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Gli ingredienti nascosti nei dolci industriali

Buoni lo sono innegabilmente, in più possiedono quel sapore “non so che” che li rende irriproducibili nelle cucine casalinghe. Parliamo di dolci industriali: biscotti, croissant, torte e snack di ogni forma e dimensione.

Nonostante ovunque impazzino corsi di cucina e reality televisivi con il cibo come argomento, la pasticceria industriale è un settore in continua crescita. Non a caso, la maggior parte degli acquisti fatti al supermercato a stomaco vuoto, quindi d’impulso, riguardano proprio questi prodotti, per non parlare dell’assalto alle macchinette di dolciumi e bevande che si trovano nelle sale d’attesa di stazioni e uffici.

fitness-alimentazione-salute-benessere-exerceo-fitness-Dolci-industrialiAbbiamo già parlato in un altro articolo dei danni causati da un eccessivo consumo di zucchero e grassi come l’olio o il burro, di conseguenza è meglio non esagerare nemmeno con i dolci casalinghi, ma considerarli come una piacevole eccezione alla regola.

Qui però non parliamo di zucchero o burro, parliamo di ingredienti che nessuno di noi terrebbe mai in cucina.

Iniziamo a conoscerne qualcuno:

  • Lo sciroppo di glucosio-fruttosio: è tra i preferiti dell’industria alimentare perché è uno “zucchero” molto economico e dall’alto potere dolcificante. È una soluzione acquosa derivata dalla scissione di alcuni amidi ricavati dall’amido di mais e non ha niente a che vedere con il comune zucchero da cucina (il saccarosio). È merito suo se i prodotti confezionati si mantengono soffici e corposi allo stesso tempo. Il rovescio della medaglia è che è stato una delle principali cause dell’epidemia di obesità del Nord America, dato che questi sciroppi hanno un indice glicemico molto superiore a quello dello zucchero da cucina;

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  • Olio di palma o altri oli vegetali: appurato che non esistono oli più leggeri di altri, la differenza sostanziale sta nella composizione in acidi grassi. Come abbiamo già visto, gli oli di semi sono ricchi di omega 6, a differenza dell’olio di oliva. La loro apparente leggerezza risiede nel fatto che dopo il processo di raffinazione diventano praticamente insapori e inodori. L’olio di palma è il più utilizzato perché è il più economico, ma ha una percentuale di acidi grassi saturi pari al 50%, rendendolo del tutto simile al burro casalingo;

Qualche consiglio?

Fare la spesa a stomaco pieno, leggere sempre le etichette e, se proprio non si ha tempo di preparare un dolce in casa, “accontentiamoci” di addentare un blocco di cioccolato fondente o una manciata di frutta secca!

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