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Impariamo a fare la Spesa: cosa ci dicono le Etichette?!

L’unico mezzo che abbiamo per districarci nella mole dei prodotti che troviamo sugli scaffali del supermercato è quello di leggere ciò che è riportato in etichetta tralasciando le pubblicità.

I produttori sono obbligati, per Legge, a scrivere sull’etichetta le seguenti informazioni:

  • La denominazione di vendita: è il nome del prodotto e deve specificare lo stato in cui si trova (in polvere, surgelato, ecc);
  • L’elenco degli ingredienti: elencati in ordine decrescente di quantità, per cui al primo posto troviamo l’ingrediente presente in quantità maggiore e così via fino all’ultimo presente in piccole quantità. Tra questi devono essere riportati anche gli aromi, gli additivi e i conservanti. Per noi consumatori è un parametro importante per valutare la qualità di un cibo: uno snack al cioccolato che ha come primo ingrediente lo zucchero e solo al penultimo posto il cacao ce la dice lunga…;
  • Il peso e la quantità: se un alimento è immerso in un liquido, ad esempio il tonno in scatola, il produttore deve indicare il peso sgocciolato. Così facendo possiamo capire perché due prodotti apparentemente simili abbiamo differenze notevoli di costi: certe volte è solo questione di peso!

www.overpress.it-exerceo-alimentazione-salute-benessere-allenamento-label-etichetta-cibo-food

  • Il termine minimo di conservazione o di scadenza: “da consumarsi preferibilmente entro il …” indica che quel cibo, dopo quella data, può perdere alcune caratteristiche senza diventare nocivo per la salute. La scadenza vera e propria è indicata con la scritta “da consumarsi entro il …”: dopo quella data il cibo può essersi deteriorato e non può essere messo in vendita. Ovviamente tutto ciò si riferisce a un prodotto con la confezione integra e conservato come indicato in etichetta. Non è obbligatorio indicare la scadenza per prodotti freschi (frutta e verdura, pane e pasticcini, gelati monodose…) e sfusi (vini, aceti, sale e zucchero);
  • Il luogo e la ditta produttrice: indica la ragione sociale o il marchio depositato, la sede del produttore, del confezionatore o del venditore;
  • Il lotto di appartenenza: necessario per rintracciare gli alimenti in caso di difettosità o alterazioni. Grazie al numero di lotto la ASL o i NAS possono ritirare dal mercato lotti avariati o adulterati;
  • La modalità di conservazione: obbligatoria solo quando è necessario seguire particolari accorgimenti prima e dopo l’apertura della confezione. Se troviamo confezioni danneggiate possiamo restituirle al negoziante che le deve sostituire con altre integre;
  • Il titolo alcolometrico: per le bevande con contenuto alcolico superiore a 1,2% in volume;

Oltre alle indicazioni obbligatorie, alcuni produttori aggiungono indicazioni facoltative, le vedremo nel prossimo articolo.

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