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FOCUS – Juventus 2.0, aspettando la fantasia

Pogba

La Juventus arriva in ritardo il primo giorno di scuola, manca l’appuntamento con la vittoria, delude le aspettative di uno Stadium tutto esaurito. Dopo una prestazione del genere ci sono due strade possibili da intraprendere per interpretare il momento della squadra. La prima,la più semplice, che va dritta all’analisi della partita, e la seconda più complessa, fatta di curve, di angolature che devo articolarsi al’interno di un discorso più ampio. Seguendo la prima strada ci si accontenta della valutazione tecnica e tattica del match, fatto di parecchi errori a livello di scelte e di atteggiamento.

La Juve è nuova, ma i problemi sembrano gli stessi: mancanza di freddezza e di lucidità nella finalizzazione, disattenzioni difensive che si rivelano letali, poca incisività con i calci da fermo. Una zuppa insapore servita proprio all’esordio, quando invece bisognerebbe entuasiasmare, stupire. L’inizio appunto, solo l’inizio, per questo è doveroso intraprendere la seconda strada, quella che concede anche il beneficio del dubbio, soprattutto perchè la squadra non è più la stessa:non più forte, nè più debole, semplicemente diversa. Alle cessioni più importanti, si è cercato di sopperire da un lato con arrivi di respiro internazionale, dall’altro con una serie di giovani illustri tra i prospetti più interessanti del nostro campionato. E la rosa in realtà sembra essere, dal punto dei vista dei nomi, molto più competitiva dello scorso anno: la panchina infatti si è allungata e rimpinzata di titolari.

tevez-pallone-doroEppure alla Juventus questo non può bastare, e sebbene non si possano avere informazioni rilevanti dopo soli 90 minuti, è anche vero che quel buco lo hanno notato tutti, quello che deve ancora ospitare il tassello mancante. Tralasciando per un momento la situazione infortuni, che sta rendendo la squadra incompleta, il problema della Juventus è un altro:  a questa Juve manca la fantasia, manca l’imprevedibilità, la presenza necessaria del campione, del trascinatore. Sembra un discorso banale, ma non lo è : quello che gli addi di Tevez e Pirlo hanno lasciato è un vero e proprio vuoto di potere. Il potere della responsabilità di prendere le decisioni, di avviare la manovra, di colpire di testa propria se necessario. Non è sempre solo una questione di risultato, ma di marcare una strada che per tutti è facile da seguire. Non è sembrata illuminante nella sfida di ieri, la maglia numero 10: eredità scomoda per Pogba, evidente scelta di marketing della società. Da quella maglia lì ci si aspetta molto di più e aldilà del lato romantico, evidentemente superato, si cerca più efficienza e meno spettacolo, più concretezza, meno supponenza.

allegri-scudettoIl sospetto di contaminazione tecnica con il predecessore è definitivamente allontanato: la Juventus di quest’anno sarà davvero la Juve di Allegri, che avrà tutto da dimostrare. In questo caso più che il singolo valore dei giocatori, ci sarà anche da valutare l’appagamento che viene da quattro anni di vittorie, la delusione per l’obiettivo di una vita sfumato due mesi fa, quanto entusiasmo ci sarà per i nuovi obiettivi. Ci sarà inoltre da calcolare quanto può pesare un anno in pià sulle spalle dei senatori della squadra, anche se è proprio da loro che sta partendo la carica alla conquista di una vittoria che dovrà arrivare proprio tra una settimana e proprio contro quello che sarà ancora una volta il primo avversario da battere: la Roma.

Incassare un cazzotto in pieno viso proprio alla prima giornata non è una cosa facile da cui reagire, ma proprio perche siamo solo agli inizi che questo si può superare senza troppe conseguenze. In una settimana che sarà decisiva per il mercato, una partita decisiva per dare un segnale a sostenitori e avversari: la Juve c’è, c’è ancora, sarà ancora la squadra da battere?

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