Kim Dotcom non crede più nel servizio MEGA. Lo ha detto durante l’ultimo Q&A, una sessione di domande e risposte, con gli utenti di Slashdot. Il fondatore del servizio, nato dopo la chiusura di Megaupload, non è più coinvolto nel progetto dall’ottobre del 2013 a causa di alcune battaglie legali e per via della separazione dalla moglie, che possedeva alcune quote del servizio.
Rispondendo a un utente che gli chiedeva perché non avessero pubblicato il sorgente di MEGA, Dotcom ha detto che «non è più coinvolto in MEGA né come gestore né come azionista». Un investitore cinese ha fatto di tutto per arrivare al comando della società. «Le sue azioni sono state sequestrate dal governo della Nuova Zelanda», ha dichiarato Dotcom. MEGA ha smentito tutto rispondendo al sito The Next Web: «Più del 75 per cento degli azionisti hanno recentemente beneficiato delle emissioni azionarie, quindi non vi è stata alcuna scalata ostile».
I will issue a detailed statement about the status of #Mega next week. Then you can make an educated decision if you still want to use it.
— Kim Dotcom (@KimDotcom) July 31, 2015
Il fondatore di Megaupload ha ammesso di non fidarsi più della società. Ha detto che i dati degli utenti non sono al sicuro all’interno del servizio cloud da lui creato. Dotcom ha ammesso di voler creare un altro servizio cloud simile a MEGA ma open source e non profit. «Potrebbe essere finanziato come Wikipedia, attraverso le donazioni», ha affermato.
Dotcom vuole creare un altro MEGA, non profit e completamente open source
Un altro utente ha chiesto a Kim Dotcom cosa lo spinge ad andare avanti. Lui ha risposto:
Non è facile. Ho dovuto subire molto in questi ultimi anni. Hanno distrutto la mia azienda. Hanno preso tutto quello per cui ho lavorato. Hanno distrutto la mia famiglia e mia moglie è stata spinta di nuovo nella depressione e nell’alcolismo….Tante persone hanno sofferto a causa delle azioni ingiuste sia da parte del governo USA che di quello della Nuova Zelanda. Ho pensato di rinunciare. Ma devo lottare perché ho una grande responsabilità. Prima di tutto devo lottare per i miei cinque figli. Hanno bisogno di me. Purtroppo non possono contare su nessun altro. E, naturalmente, io sto combattendo per tutti voi. Se mi arrendo tutti voi perderete… Amo Internet. Mi ha dato tutto. Credo nella libertà di Internet, nel vostro diritto di condividere, nel vostro diritto alla privacy. Con il vostro aiuto e il vostro sostegno posso vincere.
A settembre si terrà l’udienza nella quale si deciderà se Kim Dotcom dovrà essere estradato negli Stati Uniti.