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È morta l’attrice Laura Antonelli: diventò un’icona con “Malizia”

È morta l’attrice Laura Antonelli. A dare l’allarme questa mattina è stata la donna delle pulizie che, verso le 8.30, l’ha trovata per terra nella sua casa di Ladispoli, in provincia di Roma. I medici del 118, arrivati nell’abitazione, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso dell’attrice.

Da Malizia ai tormenti di una vita divisa in due

Laura Antonelli, 73 anni, è stata una delle attrici più belle e tormentate della storia del cinema italiano. Una carriera e una vita divisa in due: il grande successo nei ruoli ammiccanti e seducenti che avevano fatto impazzire l’Italia maschile tra gli anni settanta e ottanta, a fare da contraltare all’esistenza difficile, segnata anche da problemi economici, dall’inizio degli anni ’90.

Una vita, quella della Antonelli, sempre a mille all’ora, ma segnata profondamente dalla vicenda giudiziaria che la travolse nel 1991. Nella sua villa di Cerveteri furono trovati diversi grammi di cocaina che diedero vita a un calvario giudiziario conclusosi soltanto nove anni dopo con la completa assoluzione dell’attrice, a cui verrà riconosciuto anche un risarcimento da parte dello Stato nel 2006.

Profondamente trasformata e segnata anche da un intervento chirurgico che le deturpò il viso, alle prese con storie d’amore finite male e sempre più sola, Laura Antonelli si chiuse in un silenzio assordante che, pian piano, la fece passare dalla fama e dall’essere il desiderio, nemmeno troppo velato, di milioni di italiani, all’oblio. L’Italia più bigotta sembrò quasi volerla punire per quella sua bellezza così travolgente, ma anche così spontanea. Gli anni dell’abbandono, delle accuse e dei giudizi la segnarono profondamente. Dell’icona sensuale che Salvatore Samperi aveva lanciato in Malizia (1973) a quel punto rimase ben poco.

Le immagini dei film che la consacrarono

Negli ultimi anni viveva da sola a Ladispoli, alle prese con problemi economici circondata dall’affetto di pochi amici. Tra questi sicuramente Lino Banfi che, in più di un’occasione, aveva lanciato appelli pubblici per aiutare e sostenere la Antonelli. Banfi, che con la Antonelli aveva recitato in “Roba da ricchi”, una commedia del 1987, appresa la notizia ha detto all’Ansa:«Una grande fragilità e un’altrettanto grande bontà. La sua morte mi rattrista enormemente e mi fa restare con l’angoscia di non averla aiutata abbastanza. Un’attrice così bella e brava non doveva finire così».

Genesi di un’icona del cinema italiano

Laura Antonelli era nata il 28 novembre 1941 a Pola, città dell’Istria, attualmente in Croazia all’epoca in Italia, in una famiglia istriana, muore a Ladispoli il 22 Giugno 2015. Insieme alla quasi coetanea Femi Benussi e alle più anziane Alida Valli e Sylva Koscina fa infatti parte delle “bellissime quattro” dalmato-istriane. Da bambina con la sua famiglia è profuga durante l’esodo istriano. Compie gli studi superiori a Napoli, presso il Liceo Scientifico “Vincenzo Cuoco”, e in seguito si diploma presso il locale I.S.P.E.F (Istituto Superiore Pareggiato di Educazione Fisica).

Trasferitasi a Roma con la propria famiglia, per un breve arco di tempo svolge l’attività d’insegnante di Educazione fisica presso il Liceo artistico sito in Via di Ripetta. Dopo aver girato alcuni Caroselli per la Coca Cola ed interpretato numerosissimi fotoromanzi, diffusi anche all’estero, esordisce nel cinema interpretando piccoli ruoli in vari film, a cominciare da Il magnifico cornuto di Antonio Pietrangeli del 1964 e Le sedicenni di Luigi Petrini del 1965.

La sua prima parte importante le viene offerta, nel 1969, dal regista Massimo Dallamano che la sceglie come protagonista del film Venere in pelliccia, ispirato al romanzo di Leopold von Sacher-Masoch. Ma l’occasione sfuma a causa della feroce censura del tempo, che blocca l’uscita del film, il quale sarà riproposto sei anni più tardi con il titolo Le malizie di Venere. Nel 1971 raggiunge una certa notorietà, recitando nel film Il merlo maschio, interpretato al fianco di Lando Buzzanca e diretto da Pasquale Festa Campanile.

Nel 1973 interpreta il ruolo di una sensuale cameriera in Malizia di Salvatore Samperi, accanto a Turi Ferro ed al giovane Alessandro Momo. Il film, campione di incassi con 6 miliardi di lire, divenne un vero cult movie, entrando prepotentemente nell’immaginario erotico degli italiani e innalzando l’attrice a “icona sexy” del Belpaese, oltre a farle ottenere il Nastro d’Argento alla migliore attrice protagonista, conferitole dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani e il Globo d’oro alla miglior attrice rivelazione, premio della stampa estera.

Il film che la consacrò: Malizia del 1973

Nel frattempo alterna interpretazioni in film d’autore come Trappola per un lupo di Claude Chabrol, dove conosce Jean-Paul Belmondo con il quale avrà una discussa e turbolenta relazione, Sessomatto di Dino Risi e Mio Dio, come sono caduta in basso! di Luigi Comencini (per il quale vince un secondo Globo d’oro), a film totalmente centrati su di lei, come Peccato veniale sempre di Salvatore Samperi o Divina creatura di Giuseppe Patroni Griffi (in quest’ultimo la Antonelli interpreta una scena di nudo integrale della durata di ben sette minuti, un’eternità per quell’epoca).

Nel 1976 inizia a lavorare con registi che svelano il lato personale dell’attrice fino ad allora nascosto dalla sua prorompente fisicità, con il personaggio di Giuliana ne L’innocente di Luchino Visconti, nel 1977 in Gran bollito di Mauro Bolognini e nel 1981 in Passione d’amore di Ettore Scola, per il quale riceve una candidatura al David di Donatello per la migliore attrice non protagonista. In [pull_quote_left]Sono bassina, un po’ tondetta e ho le gambe piuttosto corte: chissà perché piaccio? Laura Antonelli[/pull_quote_left]seguito lavora principalmente in commedie come nel Malato immaginario e nell’Avaro, entrambi di Tonino Cervi con Alberto Sordi protagonista. Intanto prosegue anche nel filone erotico, sempre diretta da Samperi in Casta e pura (1981), al fianco di Massimo Ranieri, che tuttavia non riesce a ripetere il successo di Malizia. Per tutti gli anni ottanta lavora in film comici o sexy: è nel cast all star di Grandi magazzini di Castellano e Pipolo e al fianco di Diego Abatantuono in Viuuulentemente mia di Carlo Vanzina. Interpreta – nel 1985 – La Venexiana, tratta dall’omonima commedia del ‘500, accanto a Monica Guerritore ed a Jason Connery (figlio del più noto Sean Connery). Sul finire del decennio approda sul piccolo schermo con due mini-serie televisive, che riscuotono il gradimento del pubblico: Gli indifferenti (1988) e Disperatamente Giulia (1989), dirette rispettivamente da Mauro Bolognini ed Enrico Maria Salerno.

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