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Le uccidono la figlia, costretta a pagare le spese processuali

Prima le uccidono la figlia poi la costringono a pagare le spese processuali poiché l’assassino viene giudicato nullatenente. Questo è quanto accaduto a Rosa Polce, mamma della 31enne Carmen Polce scomparsa nel 2005. Ad ucciderla è stato il marito, all’epoca 33enne, dopo una furiosa lite avuta con la donna. L’ha colpita con un corpo contundente e subito dopo ha nascosto il cadavere.

Dopo un procedimento penale durato circa 10 anni, ora la mamma di Carmen si ritrova costretta a pagare circa 7.500€ di spese processuali. Non si tratta però di un errore. La legge italiana prevede che in caso di inadempienza del condannato, in questo caso nullatenente, le spese processuali vengano assegnate alla famiglia della vittima.

Il giudice aveva stabilito anche un risarcimento per la madre di Carmen, pari a 90.000€. L’assassino però non potrà mai versare questa somma.

Gli avvocati di Rosa Polce, Angelo e Sergio Pisani, hanno dichiarato:

Il tassificio italiano non ha più alcun pudore. Lo Stato non può caricare le sue pretese sulle spalle delle vittime e dei loro familiari. È una vergogna! Non è degno di questo nome uno Stato che tratta così i suoi cittadini ma la nostra battaglia non finisce qui, perché è proprio da vicende assurde come queste che dobbiamo ripartire per un’azione capace di riportare democrazia ed equità nel sistema fiscale italiano.”

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