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Lo strano caso del “nuovo iPad”

La scorsa settimana Apple ha lanciato il nuovo iPad. Non vi nascondo che il nuovo nome mi ha colto un po’ di sorpresa, anche se era da tempo che pensavo a una mossa del genere da parte di Apple. Ciò può sembrare apparentemente contraddittorio, ma avrò modo di spiegarmi meglio nel corso dell’articolo.

Non nascondo di essermi schierato dalla parte del nome iPad 3 nel pre-Keynote per un motivo molto semplice. Quando Apple ha presentato iPhone 4 sono rimasto quasi stregato dall’assoluta bellezza del nome in sé: esso era semplice in quanto perdeva tutta la fuffa di lettere che seguivano iPhone 3GS, chiaro in quanto indicava con estrema chiarezza la sequenzialità dei modelli ed estremamente efficace poiché è come se quel numero – il 4 – entrasse a far parte dell’essenza di iPhone.

Per tale motivo avrei preferito iPad 3 come nome del dispositivo rispetto a nomi farraginosi quali iPad 2S o ancor peggio iPad HD, che vedevo quasi come un attentato a un prodotto Apple. Ma come mai a Cupertino hanno deciso di chiamare il successore di iPad 2 “nuovo iPad”?

Phil Schiller rispondendo alla domanda di un giornalista ha affermato che Apple ha scelto di chiamarlo “nuovo iPad” affinché i nomi dei prodotti “non fossero prevedibili”. Quando l’ho letto per la prima volta mi sono messo a ridere: sentire una simile sciocchezza uscire dalla bocca del responsabile marketing di Cupertino non capita tutti i giorni. A meno che non chiamino il nuovo iPad “Pino” o “Luca” non vedo come potrebbero non essere prevedibili quando esso si chiamerà ancora una volta iPad (preceduto da nuovo).

Secondo me le vere motivazioni di questa scelta sono da ritrovarsi più a monte:

Il nome “iPad” (tralascerò per un momento il “nuovo”) rappresenta il massimo dell’essenzialità: in 4 sole lettere riunisce tutte le generazioni del tablet di Cupertino. Le conseguenze sono molto semplici:

– si ha da un lato maggior esaltazione del brand nel suo complesso e non si hanno le frammentazioni dei vari modelli. Aggiungerei il fatto che per distinguere una generazione dall’altra l’utente si ritroverebbe a vestire i panni di una sorta di addetto stampa di Cupertino nell’elencare tutte le caratteristiche del prodotto, ma non mi spingerò tanto oltre (anche se sono pronto a scommettere che qualcuno a Cupertino ci ha almeno pensato).

– dall’altro si risolve – almeno in parte – il problema caratterizzato dal calo delle vendite del precedente modello nel periodo immediatamente antecedente quello della presentazione del nuovo modello. Purtroppo con l’espansione della popolarità si è avuta una parallela decrescita del livello medio dell’utenza. Se all’inizio i prodotti Apple erano destinati unicamente a un’ utenza medio/alta, da quando i prodotti con la meletta sono diventati oggetti alla moda sono aumentati gradualmente gli individui che utilizzano l’approccio alla “chicelhapiùlungo” anche per prodotti di elettronica di consumo e il nome, la corsa al nuovo modello negli ultimi anni hanno preso il sopravvento sul contenuto.

Con questa rotta credo si sia voluto riprendere le orme di Steve Jobs il quale ha affermato più volte che i Mac, gli iPod, gli iPhone e gli iPad sono semplici mezzi e l’importante è il contenuto.

Ma le motivazioni a mio avviso non terminano qui:

Tornando al nome “iPad e basta” – tra poco vi spiegherò anche perché ho lasciato fuori il “nuovo” – Apple ha contribuito a unificare le nomenclature del proprio hardware (a breve toccherà anche ad iPhone che verrà chiamato “nuovo iPhone”) che non presenta nomi e numeri particolari per indicare i vari modelli.

Addentrandomi in un’ulteriore spiegazione vi pongo una domanda: “Come si chiamerebbe l’iMac attuale se dal 1998 ogni modello fosse stato seguito da un numero? iMac 15? iMac 32?” Non sembrano granché questi nomi: danno l’idea di un marchio ormai datato. Nel caso in cui a Cupertino avessero deciso di tenere questa linea per iPad nel giro di qualche anno saremo arrivati proprio a questo.

Al contrario marchi come “iPod” appaiono a distanza di più di 11 anni ancora freschi e vigorosi. È logico che dopo un “test drive” di 3 anni Apple abbia appurato che iPad avrebbe avuto una lunga vita e che era giunto il momento di accoglierlo “tra i grandi”.

Ecco spiegato l’arcano che si cela dietro alla presentazione del (nuovo) iPad. Già! Adesso posso anche dirvelo e dovreste esserci arrivati da soli: quello presentato la settimana scorsa è solo iPad: “nuovo” non fa parte del suo nome. Pensate a quando presentano i “nuovi MacBook Pro”: “nuovi” non fa parte del loro nome.

Think different.


Note per gli scettici:

1. Nella diapositiva del Keynote esso appare indicato come “new iPad”. Se quello fosse stato il nome completo, anche in italiano avrebbe dovuto chiamarsi “new iPad” e invece viene indicato come “nuovo iPad”.

2. Il font di “new” non è in grassetto, mentre iPad lo è.

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