La Valeriana (Valeriana officinalis) è un membro della famiglia Valerianacea, è una pianta perenne originaria dell’Europa e dell’Asia. Ha un odore caratteristico che molti trovano sgradevole. Il genere Valeriana comprende oltre 250 specie ma V. officinalis è la forma maggiormente utilizzata per la preparazione di prodotti officinali.
Le preparazioni a base di valeriana commercializzati come integratori alimentari sono costituiti dalle sue radici, rizomi (fusti sotterranei), e stoloni (steli orizzontali). Radici essiccate vengono preparate come infusi o tinture o sono messi in capsule o incorporate in compresse.
La valeriana è stata usata come erba medicinale almeno dal tempo dell’antica Grecia e di Roma. I suoi usi terapeutici sono stati descritti da Ippocrate nel 2° secolo, e già Galeno prescriveva la valeriana per combattere l’insonnia. Oltre a disturbi del sonno, la valeriana è usata per spasmi gastrointestinali, angoscia, attacchi epilettici, disturbo da deficit di attenzione e iperattività.
Tuttavia, l’evidenza scientifica non è sufficiente a supportare l’uso di valeriana per queste condizioni. Molti componenti chimici della valeriana sono stati identificati, ma non è noto quali di essi siano responsabile per i suoi effetti, ed è probabile che non esista un unico principio attivo e che gli effetti della valeriana derivino da molteplici componenti che agiscono autonomamente o in sinergia.
Un possibile meccanismo mediante il quale un estratto di valeriana può causare sedazione è aumentando la quantità di acido gamma amminobutirrico (GABA, un neurotrasmettitore inibitorio) disponibili nella fessura sinaptica.
Eventi avversi più comuni attribuibili alla valeriana sono mal di testa, vertigini, prurito e disturbi gastrointestinali. Le donne incinte o che allattano non devono assumere valeriana senza controllo medico, perché i possibili rischi per il feto o neonato non sono stati valutati e lo stesso principio vale per i bambini di età inferiore ai tre anni. Le persone che assumono valeriana devono essere consapevoli che l’effetto sedativo è aumentato dall’assunzione di alcol o altri farmaci con effetti simili.