Concludiamo la serie di test utili al fine della determinazione della Velocità di riferimento parlando del test del lattato, efficacissimo strumento messo a punto negli anni ottanta e ritenuto tutt’ora il più preciso. Innanzitutto, il lattato è una sostanza di scarto prodotta dai nostri muscoli quando sono sottoposti ad un notevole e prolungato lavoro. Naturalmente, maggiore sarà lo sforzo fisico sostenuto e maggiore sarà anche la concentrazione di lattato presente nel muscolo.
Va da se che con l’incremento della quantità di lattato aumenta anche il grado di affaticamento percepito dal singolo atleta, perciò l’obiettivo di molti allenamenti è finalizzato a non raggiungere mai la soglia limite oltre la quale il muscolo comincia ad accumularlo (soglia anaerobica). A questo proposito entra in gioco il test, che si esegue correndo da 4 a 7 volte la distanza di 2 Km (meglio se in pista). Durante ogni singola prova la velocità verrà mantenuta costante, ma la si dovrà incrementare da una prova a quella successiva. Al termine di ogni prova viene prelevata una goccia di sangue che, inserita in un apposito strumento, ci fornisce la quantità di lattato prodotta ogni 2 Km. Si costruisce così la curva del lattato, considerando anche i valori di frequenza cardiaca misurati dal runner tramite un cardiofrequenzimetro ai singoli step.
Come interpretare i dati così ottenuti? Anzitutto va detto che un runner che si sta allenando per una maratona avrà una curva molto più piatta (questo in considerazione del fatto che i suoi allenamenti sono mirati alla resistenza su lunga distanza), mentre un runner allenato per gare brevi presenterà una curva molto più marcata. Unendo il primo e l’ultimo dei punti con una retta e partendo dal suo punto medio fino ad incrociare l’asse delle ascisse, si individua la velocità alla soglia anaerobica, ovvero il dato che a noi interessa di più, la Vr. Possiamo svolgere il test del lattato sul tapis roulant, anche se tale strumento secondo il parere di molti esperti non consente di ottimizzare la tecnica di corsa, cosa che si riuscirebbe invece a fare in pista dove il difetto maggiore invece risulterebbe quello di mantenere costante per l’intero step di 2 Km la velocità. Nonostante queste problematiche, sono state messe a punto una serie di azioni volte a rendere sempre più credibile il dato finale ottenuto, dal quale si può partire per costruire una tabella di allenamento personalizzata.