La Germania e la Bundesliga si interrogano dopo la debacle nella prima fase delle competizioni europee. Il calcio tedesco è un modello invidiato e “copiato” in tutto il mondo per infrastrutture e politica giovanile, un po’ meno per l’attuale competitività del suo massimo campionato nazionale. Solo una squadra agli ottavi di Champions League, solo una (forse) ai sedicesimi di Europa League non contando le retrocesse dalla Champions. Il modello è tra i migliori mai creati al mondo, ma la competitività deve essere alzata per non rischiare un collasso.
Lo scorso anno la Bundesliga ha emesso il suo verdetto portando alla ribalta oltre alle storiche Bayern Monaco e Borussia Dortmund, anche compagini giovani e arrembanti come RB Lipsia e Hoffenheim. Inutile dire che le squadre di Hasenhuttl e Nagelsmann siano un vanto per tutto il movimento tedesco, perchè composte da alcuni dei migliori prospetti tedeschi ed europei e capaci di offrire un calcio spettacolare e moderno. Oltre al gioco viene poi la competitività e qui già in estate tanti ex grandi di Germania come Lothar Matthäus, avevano alzato il primo allarme auspicando una Germani molto più povera in Champions League.
E così è andata, perchè l’Hoffenheim è stato eliminato dal Liverpool nei preliminari e retrocesso in Europa League, mentre il Lipsia è arrivato terzo (e sceso in Europa League) in un girone difficile ma non impossibile. Non si poteva chiedere di più ad una debuttante in Europa, di sicuro poteva fare molto di più il Borussia Dortmund che non ha vinto neanche una partita nel suo girone pareggiando anche le due partite più “semplici” contro l’Apoel. Oltre ai problemi della squadra di Bosz, il risultato ha evidenziato la differenza economica e di politica di investimento che esiste rispetto a club come Real Madrid e Tottenham. Tre anni fa furono quattro le squadre a qualificarsi alla seconda fase, con Wolfsburg e Leverkusen che affiancarono Bayern e Borussia. La differenza è netta e si evince soprattutto degli investimenti fatti dalle squadre, con le compagini all’epoca di Hecking e Schmidt che spesero sul mercato oltre 50 milioni di euro per essere al top anche in Europa.
Fatto sta che alla seconda fase di Champions League si è qualificata solo il Bayern Monaco, unica squadra di livello economico europeo presente in Bundesliga. Anche in Europa League il risultato non cambia, visto che Hoffenheim ed Hertha Berlino sono tate eliminate in gironi non certo impossibili e l’unica squadra ancora in corsa è paradossalmente il Colonia, ultimo in classifica in Bundesliga.
La regola del 50+1 – Ci si interroga molto su come rilanciare a livello mondiale la Bundesliga, cercando di avvisarlo il più possibile alla Premier League. Come far tornare 4/5 squadre a lottare per il titolo insieme al Bayern Monaco? Moti club in Germania sono “bloccati” dalla regola del 50+1, un “freno” messo dalla Federazione per arginare potenti investitori e salvaguardare la lega dallo sviluppo selvaggio. In questo modo le società di calcio sono sane e soprattutto fanno gli interessi dei propri tifosi, come è giusto che sia. Il calcio però sta dando nelle direzione opposta, diventando sempre di più un mondo basato solo sul business più sfrenato e su investimenti provenienti da capitali esteri e per lo più asiatici. Capita così che l’Hoffenheim (controllata dalla multinazionale SAP) possa investire sul mercato molto meno di un Ludogorets, di un Braga o di una qualsivoglia società turca.
Stesso discorso per il Lipsia, per l’Hertha Berlino (più volte ha dovuto rinunciare a magnatii stranieri che volevano acquistare il club), Amburgo e Werder Brema. Il Presidente dell’Hannover Martin Kind, ha provato in estate a chiedere l’abolizione della regola ma senza riuscirci e attirandosi le ire di tutte le assiociaszini dei tifosi. In questo modo però, il divario con gli altri campionati e con le altre leghe si amplia, perchè difficilmente un grande campione può accettare di giocare in Bundesliga a meno che la società non si chiami Bayern Monaco. Serve assolutamente un rilancio che riporti squadre come Leverkusen, Werder Brema, Amburgo e Wolfsburg a lottare per il titolo insieme alle altre e che riporti in Europa una rappresentanza tedesca di qualità. L’ultima Champions League è datata 2013, l’ultima Europa League addirittura nel 1997 con lo Schalke 04. Oltre al lato economico va cambiata anche la strategia di alcuni gradi club, vedi Borussia Dortmund, incapaci di ricominciare un progetto di crescita come accadde con Klopp e che ogni anno si trovano a rifondare la squadra con tutte i problemi del caso.