Per Tim Cook ci può essere privacy nel cloud. In un’intervista al Corriere della Sera, l’amministratore delegato di Apple ha parlato anche del suo essere gay: «Ci sono cose orribili che accadono soprattutto a bambini e ragazzini, ho sentito una responsabilità tremenda e ho dovuto dire qualcosa».
Anche per questo Cook insiste sulla privacy: «In Apple progettiamo i prodotti in modo da mantenere la privacy delle persone. Ci sono cose relative a te che sono criptate all’interno del dispositivo e non permettiamo che questi dati vadano nel cloud. Non lo facciamo perchè ci sembra sia qualcosa che non abbiamo il diritto di sapere. Noi non leggiamo le vostre email nè i vostri messaggi».
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«Alcuni sono molto sensibili se si parla di riservatezza dei dati personali – spiega il numero uno di Apple – ma io sono convinto che lo diventerebbero praticamente tutti se solo conoscessero la profondità con cui pezzi della loro vita sono presenti nei vari archivi online».
Durante l’intervista, Cook ha evidenziato l’importanza delle applicazioni. Per farlo cita un episodio che lo ha visto protagonista in Cina: «Ho visitato uno sviluppatore, il padre era un carpentiere e gli ha insegnato l’arte del legno e lui ha creato un’applicazione per trasmettere ad altri come si fa un intarsio. Storie simili sono motivanti».
L’intervista si chiude con una promessa: «L’Apple Store a Milano si farà e avrà un design incredibile».