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La mela killer

Ci troviamo in un affollato bar di San Francisco, è sera, e fuori la pioggia la fa da padrona. All’interno troviamo Dropbox, Objective C, Android, Google, WhatsApp e Nest che sorseggiano insieme un buon caffè, discutendo di economia e strategia per imporsi sul mercato e, al contempo, fare fuori gli avversari più temibili. Ad un certo punto entra un tizio, con il cappuccio nero, che non mostra il suo volto a chi lo circonda, facendosi largo frettolosamente verso uno specifico tavolo. Quest’ultimo è schivo e molto misterioso, ha una mano infilata nella giacca, che sembra stia per impugnare qualcosa, anche se prova a nasconderlo dagli sguardi indiscreti. Arriva al tavolo e prende posto, poco prima di ordinare studia la sua tattica e, mentre il cameriere arriva per chiedere l’ordinazione, si alza frettolosamente e inizia a squartare con un coltello affilato quei programmi, applicazioni e società che si trovavano al tavolino insieme. Una, due, tre pugnalate, poi scappa via. L’arma è sporca di sangue, le sue vittime sono ancora vive, ma ora bisogna raggiungerlo, prima che vada troppo lontano e faccia perdere le proprie tracce.

Questa potrebbe essere la metafora perfetta con cui, ieri sera, Apple ha svolto il suo keynote al WWDC 2014, che si può definire uno dei più innovativi e importanti degli ultimi anni. La grandezza di questa presentazione si nota, soprattutto, dal fatto che la società di Cupertino non ha solamente portato alla massima potenza il proprio bagaglio software, ma ha completamente voltato pagina, forse anche cambiato libro, per far capire al mondo che finalmente c’è aria di cambiamento. Un cambiamento molto lento ma, allo stesso tempo, massiccio in termini di design e funzionalità. Ieri Apple ha completamente messo al tappeto la concorrenza con alcune pugnalate degne della propria storia, dritte al cuore e molto profonde, che non sono riuscite ad uccidere, ma di sicuro hanno fatto molto male.

Basta vedere la faccia e udire le grida degli sviluppatori, che hanno creduto, ad un certo punto, che il miracolo potesse avvenire. Forse non propriamente in termini biblici, ma un piccolo grande passo in avanti, anche per questo importante settore dell’informatica è stato fatto. Finalmente addio Objective C, linguaggio di programmazione obsoleto e odiato da gran parte degli addetti ai lavori, perché complicato e poco flessibile. E’ stato sostituito, invece, da Swift, che punta ad essere dinamico e ad hoc per i dispositivi della mela californiana. L’innovazione si vede soprattutto se il linguaggio, non solo è semplice come scrittura, ma anche di aiuto nello sviluppo stesso dell’applicativo. I videogiochi potranno essere sviluppati in tempo reale, grazie alla demo che viene mostrata al lato delle righe di codice, con anche molti parametri aggiuntivi che rendono performante l’esperienza e il processo di sviluppo.hmmm-blood-is-great

La distruzione della concorrenza, in termini soprattutto di immagine, si è vista nel momento in cui Apple ha mostrato, in pieno schermo, il logo di Android, grande e potente all’inizio, che però è stato reso piccolo e insignificante subito dopo, grazie ai grafici a torta che mostravano la differenza di malware, la frammentizzazione del sistema operativo e la soddisfazione da parte degli utenti. In tutti e tre i parametri Apple ne esce vincitore al 100%, soprattutto dopo le novità presentate proprio ieri, che renderanno questi dati ancor più netti rispetto la concorrenza, che non sarà solo Android, ma anche Windows Phone, BlackBerry, Tizen e i tanti altri OS appena nati. L’unione dei due sistemi operativi, OS X 10.10 Yosemite e iOS 8, delineano un grande cambiamento di mentalità della società di Cupertino, che sarà probabilmente ripreso nei prossimi anni come modello di riferimento per la comunicazione fra i dispositivi mobili e fissi. Forse, anche sotto questo punto di vista, abbiamo assistito ad un grande cambiamento e, anche Google, ne starà prendendo nota.

Le pugnalate del misterioso personaggio con il cappuccio nero hanno colpito anche Dropbox, che si è vista sfoderare una funzionalità molto simile alla sua, ma a differenza di essa molto più integrata nei device Apple. iCloud Drive e tutti i suoi agganci si inseriscono di netto nella storia dei software Apple, formando un vero e proprio ponte virtuale sul quale passare tutti i dati, in tempo reale, utilizzabili e modificabili quando e come vorremo. La società capitanata da Tim Cook punterà, nel corso degli anni, sempre di più su questa unione di dati e documenti, grazie anche al bagaglio di programmi con i quali ci si può sbizzarrire nelle più svariate attività, da quelle lavorative al divertimento. Insomma, il cloud si è sviluppato ed è passato ad una versione 2.0, colpendo la concorrenza sul punto in cui difficilmente possono arrivare, non avendo, molti di essi, dispositivi propri.

Anche WhatsApp non ne esce illesa, visto il colpo basso che Apple gli ha riservato nella sezione messaggi, migliorando e portando al massimo della potenza iMessage. Il fatto di poter mandare foto in pochi secondi e di inviare una registrazione audio con un semplice ‘tap’ è qualcosa che la società, ora detenuta da Facebook, ha sempre voluto portare negli smartphone di tutto il mondo, in parte con discreto successo. Ovviamente la potenza di Apple, anche sotto questo fronte, è l’unione dei servizi, quindi non solo con le chiamate e FaceTime, ma anche il fatto di poter eseguire tutto in contemporanea anche su Mac e altri device della mela.

La grandi novità, per il momento annunciate sottovoce, sono Health, con il suo pacchetto di sviluppo HealthKit, e HomeKit, altro baglio di API, che punta alla programmazione di applicativi per la domotica. Entrambe sono due novità assolute, ma integrate perfettamente con cio che Apple si è prefissata di portare avanti negli ultimi anni. Se a questi aggiungiamo anche CarPlay, nuovo servizio per le automobili, già presente in alcuni modelli, possiamo dire che l’espansione è sempre più fitta. Infatti, all’orizzonte non vediamo solamente prodotti come smartphone e tablet, ma anche dispositivi indossabili e per la casa. Sotto questo punto di vista, il colpo sferrato è a Nest, da poco acquistata da Google, che punta a rendere le case intelligenti e completamente digitali in tutte le loro funzioni. E siamo solo all’inizio. L’apertura generale che Apple, anche e soprattutto in questi fronti, ha voluto mostrare è ammirevole, chiedendo aiuto alla comunity di sviluppatori e smanettoni che non vedono l’ora di cambiare le carte in tavola.

apple tim cook

Apple è tornata, pugnalando la concorrenza e innovando sotto ogni punto di vista, facendo capire che il futuro è tutto da scrivere. Il clima di tensione, crisi e buio è finalmente terminato, ma ora bisogna correre per non farsi acciuffare dalla concorrenza ferita, che si rimetterà, già da domani, sulle tracce del misterioso personaggio, provando in tutti i modi a farlo fuori.

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