Apple si arrende al fisco italiano. Cupertino dovrà versare nelle casse dell’Agenzia delle Entrate 318 milioni di euro. La società aveva da tempo in corso un contenzioso e dopo una iniziale resistenza ha scelto di pagare accettando i rilievi mossi dal fisco in merito alle imposte non versate.
Dopo mesi di trattative, l’accordo è stato trovato grazie a un estenuante lavoro che ha visto coinvolti sia l’Agenzia delle Entrate che i legali che difendono la società californiana. Nel marzo scorso partirono i primi avvisi di garanzia indirizzati dal procuratore aggiunto Francesco Greco e dal pm Adriano Scudieri a Enzo Biagini, amministratore delegato di Apple Italia, Mauro Cardaio, direttore finanziario e Micheal O’Sullivan, numero uno della società irlandese Apple Sales International.
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L’accusa mossa ad Apple è di “omessa dichiarazione dei redditi” dal 2008 fino al 2013, per un totale di circa 880 milioni di euro di Ires evasa.
Secondo gli inquirenti, Apple fa riferimento alla società irlandese per via della fiscalità più favorevole rispetto a quella italiana. In sostanza tutto il fatturato di quanto venduto in Italia da Apple viene messo in bilancio in Irlanda per pagare meno tasse. Un meccanismo, conosciuto con il nome di “esterovestizione”, che non è nuovo ai magistrati milanesi, che contestano anche a Google una presunta maxievasione da quasi un miliardo di euro.