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Lazio corsara a San Siro con super Candreva, Mancini si lecca le ferite

Lazio

È forse il miglior regalo di Natale che potesse augurarsi Stefano Pioli, quello che la sua squadra gli recapita in quel di San Siro, sponda nerazzurra. Nel pacco luccicante, l’allenatore emiliano trova dentro una prestazione tutta cuore e sacrificio come non si vedeva da tempo dalle parti di Formello. Trova anche un Candreva formato Nazionale che segna, lotta e trascina. Stesse parole per Capitan Biglia e per la difesa (Radu su tutti) che stavolta sciocchezze non ne fa, anzi regge botta e annulla le bocche da fuoco nerazzurre. Sorridono, con la Lazio, anche le inseguitrici della banda Mancini, tutte vittoriose nel pomeriggio. Ora, tutti in vacanza; si riparte con il turno dell’Epifania, con la Lazio che ospiterà il Carpi. Nel frattempo, la società dovrà operare sul mercato con decisione e metodo: che non si pensi possa bastare una vittoria, seppur contro la capolista. Tare e Lotito hanno l’occasione per rimediare alle incongruenze estive di una rosa male assortita: solo così la stagione dei biancocelesti riacquisterà mordente.


LAZIO SENZA PAURA, MANCINI IMBRIGLIATO – Pioli sale a Milan con la necessità di dare continuità ai bagliori di gioco e risultati intravisti giovedì contro l’Udinese, nel match da dentro o fuori di Coppa Italia. Berisha al posto di Marchetti, Milinkovic per Cataldi, Matri punta centrale: eccole le mosse del tecnico parmense studiate per contenere la corazzata milanese, mai come quest’anno apparsa squadra tonica e determinata. I soliti noti a comporre il resto dell’undici laziale, Candreva su tutti. Mancini si affida a Felipe Melo quale schermo davanti alla difesa e a Jovetic come punta di movimento per aprire la difesa dei romani: resterà deluso da entrambi. Passano appena cinque minuti e succede quello che non ti aspetti: angolo di Biglia che serve, per la botta al volo Candreva, appostato malignamente al limite dell’aria nerazzurra; il bolide che si stacca dal destro del romano non lascia scampo ad Handanovic. Lazio avanti, San Siro raggelato.

L’Inter accusa il colpo, il pressing di Parolo, gli anticipi secchi di Radu, la grinta di Milinkovic su tutti, mandano in fumo i piani di Mancini, tutta velocità e cambi di fronte. C’è traffico, nel centrocampo: Biglia non lascia passare, né numeri pari né dispari, Felipe Anderson, apparso un po’ intristito, fa il suo compitino. Tanto basta perché l’Inter non giri e perda i nervi: la partita di Felipe Melo (che pare fare a gara di gomito alto con l’ancora poco maturo Milinkovic-Savic) è lo specchio fedele. Tranne che per un invenzione di Mazzoleni gentilmente coadiuvato da Stefan Radu (sciagurato tocco all’indietro del difensore interpretato come volontario dal fischietto bresciano), conclusasi con una maldestra punizione di Icardi, le giocate degli avanti nerazzurri si contano sulle dita di una mano: eccola la rivincita di Pioli, con la sua squadra a tenere botta, e bene, in casa della capolista.

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FA TUTTO L’INTER, LA LAZIO RINGRAZIA Mancini avrà fato tremare muri e finestre, durante l’intervallo. Altrimenti la furia agonistica che l’Inter mette sin dall’inizio della ripresa non si spiegherebbe. La Lazio è meno sicura, forse impaurita che un finale troppe volte già visto quest’anno, fatto di errori e sfiducia, si stesse per concretizzare.

 

E tanto pare accadere quando, al 16’, una palla persa male tra Milinkovic e Candreva in mediana, si trasforma nell’assist al bacio di Peresic per Icardi: centrali laziali mal piazzati e presi in controtempo e palla sotto le gambe di Berisha. Il boato rabbioso di San Siro è di quelli che fiaccano mente e corpo, la paura che la Lazio fosse sul punto di sbandare fatalmente avrà percorso la mente di più di un tifoso. E invece no, nulla di tutto questo accade. La truppa di Pioli, anzi, la testa la mette fuori di nuovo, con Candreva che, al 26’, crea scompiglio con una punizione dal limite che avrebbe meritato miglior sorte. Pioli e i suoi vogliono almeno il punto; esce Felipe Anderson per Keita, lo spartito non cambia. Per certe imprese serve anche un po’ di fortuna, il famoso episodio capace di cambiare il volto ad un incontro.

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Stavolta la Lazio se lo ritrova, l’episodio, quasi come un regalo di Babbo Natale: è il 40’ quando, Felipe Melo, in piena area nerazzurra, frana su Milinkovic-Savic, anziché spazzare di testa; Mazzoleni non può far altro che decretare il rigore. Dagli undici metri va Candreva: contro il pararigori Handanovic niente cucchiai ma la botta secca. Troppo centrale, però: lo sloveno para ma non blocca, consentendo a Candreva di rimediare e insaccare da due passi.

 

L’Inter schiuma rabbia: c’è tempo però che Felipe Melo concluda la sua serata da incubo con una gamba tesa su Biglia da manuale degli orrori, guadagnandosi il rosso. Stesso cartellino che Milinkovic Savic costringe l’arbitro a sventolargli sotto il naso per una palla gettata troppo lontano. Dettagli, particolari, poco importa: la notizia c’è, eccome: la Lazio è passata a Milano, senza se e senza ma. Ha vinto, con merito, stringendosi al suo allenatore. Pioli, mangerà il panettone, siamo sicuri. Altri approfittino della sosta e provino a rimediare e a ripartite: miglior regalo sotto l’albero, il tifoso laziale, davvero non desidera.

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