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Alla ricerca del Destro perduto: Mattia, dall’azzurro alla panchina del Bologna

Dalla nazionale alla panchina col Bologna. Si può riassumere così il momentaccio che sta passando Mattia Destro, ex attaccante di Milan e Roma, ancora a secco di gol dopo le prime 10 giornate. Il classe 1991 era stato acquistato per ben 8,5 milioni dalla società di Saputo dalla Roma, e sarebbe dovuto essere la ciliegina sulla torta per un Bologna da salvezza tranquilla, se non qualcosina di più. Ma spesso la legge del campo si rivela diversa da quella del portafogli, e il club rossoblù si trova adesso a soli 6 punti, dopo ben 8 sconfitte nelle prime 10. Il bomber di Ascoli Piceno è fermo ancora a 0 gol segnati, e ieri sera, nel match perso per 0-1 contro l’Inter, è rimasto in panchina per 80′, e ha sciupato un’occasione ghiottissima al 94′ sparando addosso ad Handanovic.

La clamorosa occasione sciupata da Destro contro l’Inter – VIDEO

https://www.youtube.com/watch?v=8LwEZog02qM

Un rendimento impietoso per un attaccante che ha sempre abituato a score importanti, mettendo a segno in carriera ben 48 reti in 143 presenze nonostante i suoi 24 anni. L’esordio nel calcio che conta, dopo tanta primavera nelle giovanili dell’Inter, avviene nel 2010 con la maglia del Genoa. Con il Grifone mette a referto 3 reti in 18 presenze, che portano la squadra di Preziosi alla decisione di cederlo in prestito al Siena, squadra che in quegli anni lottava per la salvezza. Lì la punta riesce a mostrare tutto il suo talento segnando 13 gol in 32 presenze, guadagnandosi anche una chance nei 30 pre-convocati azzurri per l’Europeo del 2012. Su di lui si posano gli occhi di mezza Italia, con un’asta fra Lazio, Inter, Milan e Roma. A spuntarla è proprio la società giallorossa, che mette sul piatto del Genoa la bellezza di 11,5 milioni per il giocatore. Nella capitale non trova lo spazio giusto, ma si fa sempre trovare pronto quando chiamato in causa, segnando nel primo anno 11 gol in 26 presenze, ed esordendo in nazionale il 15 agosto 2012, a 21 anni, giocando titolare nella partita amichevole Italia-Inghilterra disputata a Berna. Realizza il suo primo gol in maglia azzurra l’11 settembre dello stesso anno contro Malta nelle qualificazioni al Mondiale 2014. La stagione si conclude però nel più amaro dei modi, perdendo la finale di Coppa Italia (in cui gioca da titolare) contro la Lazio, il 26 maggio 2013.

Destro in campo con la maglia della Roma.
Destro in campo con la maglia della Roma.

Il secondo anno all’ombra del Colosseo coincide con la prima stagione in giallorosso di Rudi Garcia, che non valorizza l’attaccante preferendogli Totti. Paradossalmente è questo l’anno in cui Destro segna di più, con una media gol-minuti giocati spaventosa. Alla fine saranno 13 i gol in 23 presenze. Garcia continua a non vederlo, e nella stagione scorsa Destro cambia casacca a gennaio, dopo sole 19 presenze e 5 gol con i giallorossi e l’esordio in Champions League. L’attaccante passa al Milan in prestito con diritto di riscatto fissato a 16 milioni, per raccogliere la numero 9 lasciata senza proprietario da Torres trasferitosi all’Atletico Madrid. L’aria di Milano non giova al calciatore, che peggiora la sua media realizzativa arrivando a segnare solo 3 gol in 15 apparizioni con i rossoneri. Galliani non esercita il diritto di riscatto, e a fine stagione viene ceduto come esubero dalla Roma al Bologna.

Destro in gol contro Malta con l'Italia.
Destro in gol contro Malta con l’Italia.

Con i felsinei Destro parte con le intenzioni giuste, mettendo nel mirino doppia cifra ed Europei in Francia. Finora però sta ampliamente deludendo le aspettative, non dimostrandosi in grado di reggere da solo un attacco che si è finora rivelato essere uno dei peggiori della Serie A. L’impressione è che senza un vero uomo assist vicino come lo era Gervinho ai tempi della Roma, Destro non riesca ad esprimere tutte le sue potenzialità, e soprattutto a buttarla dentro. L’età è dalla sua parte, le prestazioni no. Continuando così il Bologna difficilmente si salverà, e il giovane attaccante è chiamato a mettersi sulle spalle una squadra che senza di lui non sembra essere pronta a ripartire.

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