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Google, Twitter e gli editori insieme per velocizzare il caricamento degli articoli

Google

GoogleTwitter e altre importanti testate giornalistiche – come il The Guardian e il The New York Times – stanno lavorando per velocizzare il caricamento degli articoli sul web.

In un mondo dove molte persone utilizzano lo smartphone per informarsi in mobilità, pochi secondi di caricamento in più possono fare la differenza. Un contenuto caricato troppo lentamente può essere ignorato da un utente e, di conseguenza, far perdere milioni di dollari di pubblicità.

Secondo fonti ben informate sul progetto, il nuovo sistema di velocizzazione a cui stanno lavorando Google e i suoi partner permetterà di caricare un articolo sul web o una rivista online in pochi millisecondi. Oggi, una pagina web ottimizzata per dispositivi mobili viene aperta mediamente in dieci secondi. Il progetto è ancora nelle sue fasi iniziali e per questo molti dettagli sono ancora in evoluzione, affermano le fonti che hanno voluto mantenere l’anonimato visto che il progetto non è ancora stato annunciato ufficialmente.

Google sta lavorando su una cache che permetterà il caricamento delle pagine web in pochi millisecondi

L’obiettivo è quello di realizzare uno standard universale, applicabile anche ai siti già esistenti, che permetterà il salvataggio degli articoli in specifici server. Così facendo si potranno velocizzare i tempi di caricamento ed evitare che gli editori decidano di abbracciare sistemi chiusi come quelli che stanno sviluppando Facebook e Apple.

Il social network fondato da Mark Zuckerberg ha creato un sistema di pubblicazione interno, chiamato Instant Article, che permetterà agli editori di pubblicare articoli completi sulla piattaforma velocizzando la fruizione delle notizie da parte degli utenti che utilizzando Facebook. Anche Apple sta realizzando un servizio simile. Si chiama News e farà il suo debutto con iOS 9, la nuova versione del sistema operativo di iPhone e iPad in arrivo il 16 settembre.

Google non vuole che gli editori abbandonino i siti web. Mountain View, infatti, genera gran parte del proprio fatturato grazie alle pubblicità che circolano all’interno dei siti internet e nel suo motore di ricerca.

smartphone news

Secondo la società di ricerca eMarketer, quest’anno l’81 per cento degli utenti smartphone negli Stati Uniti ha trascorso la maggior parte del proprio tempo utilizzando le applicazioni. Soltanto il 19 per cento si informa passando per il browser web. Le persone spesso preferiscono utilizzare le applicazioni perché sono più veloci. L’utilizzo dei social network, come Facebook e Twitter, costringe, però, gli utenti a utilizzare il browser del loro smartphone. I link pubblicati sui social network vengono, infatti, aperti in una pagina web.

Re/code, noto sito di tecnologia, ha segnalato per la prima volta l’esistenza del progetto messo in piedi da Google lo scorso venerdì. Secondo le loro fonti, gli editori dovranno modificare leggermente la struttura del loro sito web per permettere alla cache di Google di immagazzinare i contenuti degli articoli, compresi banner pubblicitari, immagini, video e altri contenuti multimediali. Saranno poi gli stessi server di Mountain View a occuparsi di restituire i contenuti agli utenti che utilizzano un browser web in pochi millisecondi.

Il caricamento rapido degli articoli non salverà Google dai social network

Anche se l’idea sembrerebbe interessate, per Vivian Schiller, un consulente media indipendente che è stato anche un dirigente di Twitter e della NBC, la cache di Google non salverà l’azienda dall’avanzata dei social network. «Facebook è così incredibilmente dominante visto che possono sfruttare gli editori per creare gli Instant Article. Inoltre, la cache di Google non risolve l’altro problema degli editori, ovvero che i social media stanno diventando la nuova homepage».

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