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Nome e Cognome obbligatori su Facebook, la Germania si oppone

Facebook

Facebook non può costringere gli utenti a utilizzare nomi reali durante la fase di iscrizione al social network. A stabilirlo è stata l’Authority per la protezione dei dati personali di Amburgo, affermando che la società non può obbligare le persone a fornire i propri passaporti o altri documenti per confermare l’identità.

«Come in molti altri reclami contro Facebook, questo caso dimostra che la rete vuole far rispettare la cosiddetta politica dei nomi reali senza alcun riguardo verso la legislazione nazionale», ha dichiarato Johannes Caspar, commissario per la protezione dei dati e della libertà d’informazione di Amburgo.

L’autorità per la protezione dei dati di Amburgo ha stabilito che Facebook non può chiedere documenti d’identità agli utenti

Secondo Caspar, l’obbligatorietà di utilizzare un nome reale viola il diritto, sancito nel diritto tedesco, di scegliere uno pseudonimo. Anche la richiesta di copie digitali di documenti, come la carta d’identità o il passaporto, viola il diritto di autodeterminazione e costituisce una violazione intenzionale della legge sulla protezione dei dati.

Documenti Facebook

Tutto è iniziato dalla denuncia di una donna tedesca che si è vista cambiare il nome del proprio profilo Facebook dopo il mancato invio dei documenti di identificazione. Non è la prima volta che Facebook va allo scontro con un Paese dell’Unione Europea sull’argomento. Il social network ha più volte sostenuto di essere vincolato alle sole leggi irlandesi, visto che la sede UE della società di Mark Zuckerberg è costituita in quella nazione.

Un portavoce di Facebook ha detto che l’utilizzo dei nomi autentici sul social network protegge la privacy e la sicurezza delle persone, garantendo il massimo della trasparenza su chi ci sta contattando.

La politica dei nomi reali ha causato molti problemi a Facebook

Secondo il The Guardian, l’utilizzo dei nomi reali su Facebook è stato sempre uno degli aspetti più controversi del social. Nel mese di febbraio, la piattaforma è stata accusata di discriminazione dopo che un certo numero di nativi americani si sono visti cambiare il proprio nome per andare incontro alle nuove norme europee. Ci sono stati problemi anche con un ex dipendente della società: dopo aver cambiato sesso, Facebook gli ha chiesto nuovamente l’invio dei documenti per il riconoscimento dell’identità. L’episodio è stato fondamentale per l’introduzione della nuova voce “Altro” all’interno del pannello che permette di scegliere il sesso.

Anche in Italia è attiva la verifica del nome mediante documento d’identità. Facebook, sul proprio sito, dice di accettare il passaporto, la scheda elettorale, la patente di guida, il certificato di nascita, il certificato di matrimonio o un documento ufficiale che certifichi la modifica del nome. Sono accettati anche i permessi di residenza o i documenti di immigrazione. Per Facebook l’utilizzo dei nomi reali è un aspetto fondamentale per la salvaguardia della sicurezza dell’intera community, ma anche per la ricerca degli amici.

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