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Parla Robben: “In alcuni momenti mi sentivo morto”

Robben

Per molti la sua essenza è stata decisiva, in negativo, nelle sorti della stagione del Bayern Monaco. Perché forse solo lui, al contrario di altri, è stato in queste ultime stagioni il calciatore imprescindibile per il Bayern e per la sua nazionale. Parliamo di Arjen Robben, l’olandese “volante” che nel finale di stagione ha dovuto guardare i suoi compagni dalla tribuna per colpa di un infortunio al muscolo della coscia destra che lo ha tenuto fuori per oltre tre mesi. Senza di lui i bavaresi hanno perso velocità, idee e gol, non trovando più le giocate della sua stella. L’ex Real Madrid è tornato a parlare alla rivista 11 Freunde, rivelando i momenti più brutti della sua pausa ma anche la sua importante evoluzione tattica avuta sotto al guida di Guardiola.

Per Robben è stato terribile non partecipare al finale di stagione del suo Bayern: “Ho capito subito che si era rotto qualcosa. In alcuni momenti mi sentivo morto, svuotato e distrutto completamente. E’ stato difficilissimo accettare di non essere a disposizione in partite così importati per la tua squadra. Avrei preferito perdere sul campo insieme ai miei compagni ma purtroppo così non è andata. E’ stata una delusione enorme”. 

Nelle ultime stagioni l’olandese è diventato forse l’unica pedina insostituibile nello scacchiere del Bayern. Questo grazie al grande lavoro tattico svolto con Pep Guardiola che ha trasformato il talento di Begun (esordio in Eredivise a soli 16 anni con il Groningen): “Dopo sei anni a Monaco di Baviera so esattamente quello che voglio. Prima mi accusavano di essere egoista ma era solo una diversa maniera di interpretare il mio gioco. Con Guardiola invece sono diventato più flessibile, non gioco solo sulla fascia ma devo aiutare anche a centrocampo. All’interno di una partita interpreto tre ruoli, svolgendo senza problemi il laterale, l’attaccante e anche il centrocampista. Questo modo di giocare a 360° mi ha dato grandi motivazioni e mi diverto molto di più”

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