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Uber Cina: dipendenti a rischio licenziamento se parteciperanno alle proteste

Uber pop

Uber, il servizio di taxi famoso in tutto il mondo per aver messo in crisi il settore, detta le sue regole in Cina. L’azienda, successivamente al diffondersi di proteste contro il servizio taxi nella città di Hangzhou, ha comunicato ufficialmente ai suoi dipendenti di non partecipare alle proteste.

Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, Uber ha minacciato di licenziare i dipendenti che disobbediranno alle regole. L’azienda, riporta poi il giornale, avrebbe comunicato ai conducenti dei taxi che, per capire se rispetteranno o meno le regole utilizzerà le coordinate GPS della vettura per controllare se i conducenti andranno nelle zone di protesta. L’azienda vuole eliminare alla radice la crescita di attività non legali nella creazione di compagnie di taxi.

Non c’è dubbio, la presa di posizione di Uber è molto dura ma, secondo quando dichiarato la società con questa decisione vuole mantenere l’ordine sociale. Questa comunicazione non arriva casualmente, il servizio di taxi sta infatti investendo molto in Cina, un mercato che reputa davvero importante.

Il Financial Times, riporta infatti in un suo articolo, che Uber è arrivata a circa un milione di corse al giorno, un numero davvero importante che la società punta a superare portando il suo servizio in tutto il resto del mondo. 

Tuttavia Uber non avrà vita facile in Cina. La concorrenza, come molto probabilmente si aspettava, è molto forte. Didi kuaidi, questo il nome dell’azienda rivale, grazie ad una partnership con alcuni colossi cinesi come Alibaba e Tencent ha messo a dura prova il suo primato. Uber però non sta a guardare e dopo un investimento di oltre 1 miliardo di dollari nel mercato mondiale, secondo il Financial Times, potrebbe presto destinare circa 1,5 miliardi dollari solo per il mercato cinese espandendo la sua presenza. Uber oggi è presente in 11 città in Cina, il suo obiettivo è di arrivare ad oltre 50.

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