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A Roma vince l’Inter, la Lazio sbatte contro Massa ed Hernanes

Che fosse dura, si sapeva in partenza. Che le occasioni vanno sfruttate, anche. Quello che la truppa di Pioli non sapeva è che la lotta è fatta di insidie, decisioni dubbie o totalmente sbagliate. Eccola, Lazio-Inter. Al netto della prestazione maiuscola del redivivo Hernanes, uno a cui la cura-Mancini ha ridato una carriera, la Lazio non approfitta dello stentato incedere di Roma e Napoli. Sulla sua strada, stavolta però, trova anche una direzione pessima, artefice Massa da Imperia, non tanto nello stretto dei provvedimenti, quanto nella mancata collaborazione con i suoi arbitri di sestina. Se l’espulsione di Mauricio poteva starci, il rigore concesso a Icardi è frutto di un team arbitrale che non aiuta l’arbitro in campo, decidendo in maniera tanto scolastica quanto scorretta. Passa la banda Mancini; la Lazio si lecca le ferite, provando a ripartire domenica da Genova. Facile non sarà, ma bisogna provarci.

Lazio avanti, ma l’uno-due Massa/Hernanes è da ko

Con la spinta di un Olimpico pieno e traboccante passione, la Lazio impiega esattamente sette minuti a rubare la scena con il gol del vantaggio: sotto la Tribuna Monte Mario, è bravo e fortunato Candreva a sfidare Ranocchia in un dribbling ad alta velocità, a vincere il rimpallo che serve Felipe Anderson, rapido a sua volta ad involarsi sulla sinistra, e ancor più intelligente a scodellare un cross all’indietro, trasformato in gol dall’87 laziale, chirurgico nel piattone a rimorchio. L’Inter manciniana ha impresso nel suo dna, l’imperativo di non mollare; e infatti i nerazzurri non spariscono dal campo e non si disuniscono, avanzando metri su metri verso la porta di Marchetti.

E il gol del pareggio sembrava realtà al 14’: Hernanes vince un paio di contrasti contro i difensori laziali, così preoccupati di marcarlo da dimenticare Icardi, che servito al bacio e tutto solo, sparacchia alto sulla traversa. Bene per la Lazio, impreca il Mancio, che di goal così non ne sbagliava davvero. Ma è il 23’, il minuto che cambia volto all’inerzia dell’incontro: Kovacic ai sedici metri, scodella per Palacio, contrastato da Mauricio, individuato come censore di chiara azione da gol: per l’arbitro Massa, da li in poi fischiatissimo, è punizione diretta e rosso per il centrale ex Sporting. La punizione che, stante le proteste, Hernanes batte solo tre minuti dopo, è un sinistro fendete che buca Marchetti. Il brasiliano festeggia con la solita capriola caporeirista, per lui da quel momento solo fischi ed insulti. Innegabile: la Lazio accusa il colpo e schiuma rabbia: per riequilibrare i reparti, fuori Mauri, dentro Braafheid . Ultimi venti minuti che paiono usciti dal manuale del calcio alla voce “partita maledettamente complicatasi”: l’Inter morde, i biancocelesti rinculano come possono. Finisce in pareggio, con Pioli che al duplice fischio cerca furiosamente Massa per avere spiegazioni. Resterà deluso, come i quarantacinquemila sulle tribune.

La legge di Murphy, questa sconosciuta

Neanche Arthur Bloch, padre del più conosciuto paradosso pseudo-scientifico , avrebbe potuto smentire quanto visto nella seconda frazione. “Se qualcosa può andar male, andrà male”. Neanche il tempo di ripartire, che stavolta Massa si guadagna fischi e improperi dell’impianto romano: è il 15’ quando una combinazione veloce Kovacic-Icardi, si traduce in un tu per tu tra l’argentino e l’estremo romano, che non lo tocca, nonostante Icardi lo scavalchi. L’arbitro ligure è però di tutt’altro avviso: rigore e secondo rosso di giornata. Sembra una commedia degli orrori, o meglio degli errori: dalla panca, ecco Berisha, bravo ad entrare in campo e a ipnotizzare il tatuato nove nerazzurro; paratona e risultato ancora in bilico. Che non durerà, a lungo, si capisce da piccoli dettagli. L’Inter continua a pressare, la Lazio arranca, fino al minuto 83’, quando, beffa delle beffe, è ancora l’ex Profeta laziale, a tagliare in due la difesa, servito dalle retrovie, e a presentarsi tutto solo davanti al portiere albanese, per il gol del sorpasso. Non succede più nulla, la Lazio lascia il campi livida di risentimento verso Massa e le sue decisioni. La corsa Champions è ancora li, ma tutto sembra maledettamente più complicato.

Lazio (4-2-3-1): Marchetti; Basta, Mauricio, Ciani, Radu; Biglia, Parolo; Candreva (dal 32′ s.t. Keita), Mauri (dal 28′ p.t. Braafheid), Felipe Anderson; Klose (dal 18′ s.t. Berisha). (Strakosha, Gentiletti, Braafheid, Cavanda, Pereirinha, Ledesma, Onazi, Cataldi, Djordjevic, Perea). All. Pioli
Inter (4-3-1-2): Handanovic; D’Ambrosio (dal 23′ s.t. Nagatomo), Ranocchia, Vidic, Juan Jesus; Guarin (dal 1′ s.t. Podolski), Medel, Kovacic; Hernanes; Palacio (dal 46′ s.t. Brozovic), Icardi. (Carrizo, Andreolli, Dalbelo, Dimarco, Santon, Gnoukouri, Shaqiri, Bonazzoli, Puscas). All. Mancini
Arbitro: Massa di Imperia
Marcatori: Candreva (L) al 7′, Hernanes (I) al 26′ pt.; Hernanes al 39′ st.
Note: espulsi Mauricio (L) al 24′ pt. e Marchetti (L) al 16′ s.t. per gioco scorretto. Ammoniti Mauri (L) per proteste, Hernanes (I), D’Ambrosio (I), Biglia (L), Nagatomo (I) per gioco scorretto.

classifica serie a 11 maggio

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