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Tangenti: in manette il sindaco di Ischia “Giosi” Ferrandino

Giosi Ferradino

Il sindaco di Ischia, Giuseppe ‘Giosi’ Ferrandino (PD) è stato arrestato dai carabinieri del Comando Tutela Ambiente nell’ambito di una inchiesta della procura di Napoli su tangenti pagate per la metanizzazione dei comuni dell’isola campana. Con lui sono finite in manette altre nove persone, tra cui dirigenti del colosso delle cooperative CPL Concordia. I reati contestati vanno dall’associazione per delinquere alla corruzione, dalla turbata libertà degli incanti al riciclaggio, all’emissione di fatture per operazioni inesistenti. L’inchiesta è partita nel 2013 ed ha evidenziato, secondo l’accusa, un sistema di corruzione basato sulla costituzione di fondi neri in Tunisia con cui “pagare” pubblici ufficiali in cambio di ‘favori’ che portavano all’aggiudicazione di appalti pubblici. Nel caso del sindaco Giuseppe Ferrandino si tratterebbe della stipula fittizia di due convenzioni nell’albergo della famiglia, per un totale di 330 mila euro; l’assunzione come consulente del fratello e almeno un viaggio in Tunisia.

L’accusa sostiene che la cooperativa CPL Concordia avesse organizzato un sistema di corruzione per vincere appalti pubblici

In carcere, in seguito all’inchiesta dei pm Woodcock, Carrano e Loreto e condotta dal nucleo per la Tutela dell’Ambiente del colonnello Sergio De Caprio (il capitano Ultimo), sono finiti anche il fratello del sindaco,  Massimo Ferrandino, il responsabile delle relazioni istituzionali del Gruppo CPL Concordia Francesco Simone, l’ex presidente Roberto Casari, il responsabile commerciale dell’area Tirreno Nicola Verrini, il responsabile del nord Africa Bruno Santorelli, il presidente del consiglio di amministrazione della CPL distribuzione Maurizio Rinaldi e l’imprenditore casertano Massimiliano D’Errico. Domiciliari, invece, per Silvano Arcamone, dirigente dell’Ufficio tecnico del Comune di Ischia. Obbligo di residenza nel proprio comune, inoltre, per Massimo Continati e Giorgio Montali, rispettivamente direttore amministrativo e consulente esterno della CPL. I PM sostengono che Ferrandino “era diventato una sorta di factotum al soldo della CPL” e che la cooperativa avrebbe fatto un “”sistematico ricorso ad un modello organizzativo ispirato alla corruzione che li ha portati ad accordarsi non solo con i Sindaci, gli amministratori locali e i pubblici funzionari, ma anche con esponenti della criminalità organizzata casertana e con gli amministratori legali a tali ambienti criminali”.

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