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Google: 320 milioni per il fisco italiano

Google si arrende e accetta di pagare al fisco italiano circa 320 milioni di euro (su 800) come imponibile prodotto in Italia in 5 anni. Il colosso di Mountain View non ha voluto battagliare in tribunale – non gli non sarebbero mancati gli arsenali giuridici per provare una resistenza a oltranza – o attendere l’atteso decreto legislativo fiscale che sottrarrà alla rilevanza penale proprio l’«abuso del diritto», cioè tutte quelle operazioni che, pur nel rispetto formale delle norme, realizzano vantaggi fiscali indebiti.

La multinazionale americana sta attuando la politica della distensione per casi come questi. Vuole versare quanto dovuto agli Stati uscendone rafforzata nell’immagine.

L’azienda californiana non è l’unica web-company a produrre utili in Italia con tassazione applicata in Paesi che offrono condizioni di fiscalità privilegiata. L’istruttoria ha fatto emergere il percorso messo in atto dal gigante del web per eludere il sistema fiscale italiano: L’intero servizio pubblicitario era svolto in Italia ma le fatture e i pagamenti venivano indirizzati sulla Google irlandese, che a sua volta girava tutto sulla Google olandese sotto forma di royalties per le licenze e i marchi. Fatture e pagamenti arrivavano poi a un’altra società irlandese controllante l’iniziale Google irlandese, che a sua volta vedeva però il proprio controllo in capo ad altre due diramazioni di Google soggette a imposizione fiscale alle Bermuda.

Grazie a questo lungo percorso Google Italia è riuscita a non versare al fisco circa 160 milioni l’anno di imponibile dal 2008 al 2013. L’assegno che il gigante della rete si appresta a staccare coprirà soltanto il 40% degli 800 milioni di imponibile nei 5 anni.

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