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Cluster disturbi di personalità: quali cure?

La personalità definisce ciò che è  peculiare e caratteristico di una persona nella sua singolarità, nel suo modo di agire, reagire ed interagire con il mondo. Secondo il DSM IV – TR  (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Menali;  ed Masson, 2002) quando le caratteristiche di personalità sono  rigide e non adattive e causano compromissione del funzionamento sociale e lavorativo oppure una sofferenza soggettiva, esse costituiscono i Disturbi di Personalità. Il DSM IV -TR descrive questi disturbi come un modello abituale di esperienza interiore e di comportamento che devia in modo consistente dalle aspettative della cultura di appartenenza.

In particolare questo modello, inflessibile e pervasivo, si manifesta in 2 o più delle seguenti aree:

  • cognitiva (interpretazione della realtà)
  • affettiva
  • relazioni  interpersonali
  •  controllo degli impulsi

Questi disturbi sono suddivisi in 3 (tre) Cluster.

1. Cluster A . Caratterizzato da personalità strane ed  eccentriche, include i seguenti disturbi di personalità:

  • paranoide
  • schizoide
  • schizotipico

2. Cluster B . Caratterizzato da  personalità impulsive e molto emotive, raggruppa i seguenti disturbi:

  • antisociale
  • borderline
  • istrionico
  • narcisistico

3 . Cluster C . Caratterizzato da personalità ansiose e paurose,  include i seguenti disturbi:

  • evitante
  • dipendente
  • ossessivo compulsivo

Vediamo in sintesi, alcuni tratti distintivi di ognuno dei disturbi sopra citati partendo da quelli del Cluster A:

  • Disturbo di Personalità Paranoide:  caratterizzato la diffidenza e sospettosità verso gli altri , timore che essi tramino e complottino alle proprie spalle e di subire da essi sfruttamento, danni ed  inganni. La personalità paranoide presenta freddezza emotiva tranne quando esprime sentimenti ostili e rancore, sempre presente,  per offese subite e  che ritiene imperdonabili.
  •  Disturbo di Personalità Schizoide: caratterizzato espressione molto limitata dell’emotività,  distacco nelle relazioni sociali  ed affettive che di rado vengono attivamente ricercate;  lo schizoide può arrivare a mostrare indifferenza verso ogni tipo di sentimento. Evitamento delle relazioni intime, preferenza per attività lavorative solitarie  e mancanza di amicizie strette ad esclusione dei parenti più stretti. Indifferenza sia alle critiche  alle lodi. L’ ‘affettività generale può apparire appiattita.
  • Disturbo di Personalità Schizotipico: caratterizzato  da comportamento eccentrico, accompagnato da pensieri e percezioni eccentriche e distorte. Disagio relazionale grave.  Presenza di marcati sintomi psicotici quali: idee di riferimento, credenze strane e pensiero magico che influenzano il comportamento. Linguaggio strano, molto elaborato oppure vago, circostanziato. Ideazione paranoide, assenza di amici e confidenti. Affettività non appropriata, marcata ansia sociale.

Cluster B:

  • Disturbo Antisociale:  caratteristiche centrali sono: intolleranza alle regole, violazioni  ripetute dei diritti degli altri. Già nell’adolescenza  è caratteristico  un abuso di droghe,  alcol, oltre che un facile ricorso alla violenza fisica. Mancato rispetto per la verità e tendenza a mentire per trarne profitto o per piacere personale . Violazioni delle norme sociali e della legalità, assenza di rimorso. L’ antisociale è negligente relativamente alla propria ed altrui sicurezza.
  • Disturbo di Personalità Bordeline:  caratterizzato da instabilità nelle relazioni interpersonali, dell’immagine di se e degli affetti. Predominano l’ impulsività, il profondo sentimento di vuoto. La persona  teme moltissimo l’abbandono sia reale che immaginario e farebbe di tutto per evitarlo, anche tentare il suicidio a scopo “manipolatorio” (far rimanere una data persona vicina a sè). 

I sentimenti oscillano tra poli opposti, dall iperidealizzazione alla svalutazione verso una stessa persona con relazioni tumultuose ed instabili. L’impulsività può essere agita con condotte pericolose come:

  1.  guida spericolata
  2.  abuso di cibo o sostanze
  3. autolesionismo
  4. spese sfrenate.

L’instabilità affettiva provoca crisi disforiche di breve durata mentre il sentimento di rabbia è sempre presente e talvolta, in situazioni di particolare stress, è accompagnato da ideazioni paranoidi.

  •  Disturbo Istrionico di Personalità:  caratteristica centrale è la continua ricerca di attenzioni;  l’ alta attivazione emotiva, egocentrismo con tendenza a sfruttare e soggiogare gli altri con pianti dirotti, eccessi d’ira, ecc. Tipica è la paura della solitudine e  l’angoscia suscitata da eventuali separazioni. Uso inappropriato di comportamenti seduttivi e sessualmente provocanti, emozioni superficiali e rapidamente mutevoliEloquio stilisticamente impressionistico, privo di necessari dettagli oppure vago. Espressione melodrammatica e teatrale degli affetti, suggestionabilità Tendenza a considerare le relazioni più intime di quanto non siano realmente.
  • Disturbo Narcisistico di Personalità: caratteristico è un continuo bisogno di adulazione ed ammirazione, la mancata  tolleranza alle critiche, la scarsa simpatia ed empatia per gli altri.Il narcisista tende a sfruttare gli altri a proprio vantaggio. Clinicamente, si distiguono due tipi di narcisismo:
  1. narcisismo inconsapevole, invadente ed arrogante con bassa autostima che compensa con un senso di sè grandioso che ha bisogno di essere rispecchiato negli altri, utilizzati spesso a tal scopo.
  2. narcisismo ipervigile, caratterizzato anche esso da  una bassa autostima ma il bisogno di rafforzare questo aspetto del proprio carattere è espresso in modo del tutto diverso, infatti, queste persone sono vergognose, timide e pervase dalla paura.

Alcuni aspetti essenziali del carattere narcisistico sono i seguenti: sensazione che tutto sia dovuto, aspettative  e fantasie di successo, fascino e potere illimitato, richiesta eccessiva di ammirazione, assenza di empatia, difficoltà e riluttanza di immedesimarsi nei sentimenti degli altri, invidia. Il narcisista sente di essere speciale e desidera accompagnarsi con persone che considera altrettanto speciali, le uniche eventulmentei n grado di comprenderlo e degne di lui. Oltre che capaci di rispecchiare la sua “grandezza”. Tende  sfruttare gli altri per i propri scopi.

Cluster C:

  • Disturbo Evitante di Personalità:  centrali sono i sentimenti di inadeguatezza ed ipersensibilità ai giudizi negativi ed al rifiuto nelle relazioni interpersonali. E’ possibile distinguere 4 tipi di personalità evitante:
  1. negativistico (presenta aspetti passivi – aggressivi)
  2. ipersensibile ( presenta sfumature paranoidi)
  3. fobico
  4. autosvalutativo (presenta tratti depressivi)

Nucleo centrale di questo disturbo di personalità è la vergogna, derivante da un profondo senso di inadeguatezza legato, in senso psicodinamico, al primo sviluppo del bambino, all’angoscia nei confronti dell’estraneo ed a quella suscitata dai rimproveri dei genitori in queste fasi ed in altri momenti evolutivi significativi dell individuo Attuare un comportamento evitante, aiuta non riattivare le angosce del passato.

Evitamento di situazioni lavorative in cui il soggetto è costretto ad interagire con gli altri poichè teme la critica e la disapprovazione. Riserbo nelle relazioni intime nelle quali è forte sia la vergogna che il timore dello scherno, riluttanza ad intraprendere qualsiasi nuova attività che potrebbe rivelarsi fonte di imbarazzo oltre che ad intraprendere nuove relazioni sociali.

  • Disturbo Dipendente di Personalità: caratteristico è un forte bisogno di  essere accudito che si evidenzia con un comportamento sottomesso e finalizzato ad attivare pattern di attaccamento che proteggano dall’abbandono. Vi è incapacità a vivere in modo autonomo e tendenza ad assumere un ruolo passivo nei confronti dei genitori  oppure del partner. Bisogno di rassicurazioni, sentimenti di incapacità rispetto al prendersi cura di sè senza il supporto altrui.

Il disturbo di personalità dipendente, origina nell’infanzia e nell’adolescenza in persone che vivono in famiglie al cui interno viene trasmesso il messaggio che l’indipendenza è pericolosa e che quindi, va evitata; sono presenti all’interno di tali famiglie,  madri intrusive ed ipercontrollanti che hanno ostacolato il normale processo di separazione ed individuazione premiando il figlio per la sua fedeltà ai genitori.

  • Disturbo Ossessivo compulsivo: caratteristica è una preoccupazione pervasiva per l’ordine, il controllo mentale ed interpersonale, il perfezionismo. Manca quindi flessibilità ed apertura mentale. Gli Ossessivi compulsivi sono soggetti molto esigenti, che cercano sempre di fare le cose nel modo migliore possibile. Curano i dettagli, sono attenti alle regole, ben organizzati solo che talvolta l’organizzazione ossessiva fa perdere loro di vista il vero scopo dell’azione. 

Vi è eccessiva coscienziosità ed inflessibilità morale. Impossibilità di separarsi da oggetti anche senza valore affettivo soggettivo, difficoltà a delegare. Inoltre, queste persone, rigide ed ostinate, sono molto restie a spendere denaro per comprare delle cose necessarie per se e per i familiari, in quanto ritengono il denaro come qualcosa che potrà salvare da eventuali e future catastrofi.

 

 A livello clinico, la distinzione tra i diversi disturbi di personalità non è sempre netta e la stessa persona può essere “classificata” in più di un disturbo (specie all’interno dello stesso cluster).

Alcuni disturbi di personalità presentano similitudini con le  psicosi e la linea di demarcazione con questo altro disturbo, può essere sfumata (in particolare per ciò che riguarda  il cluster A, basti  pensare al disturbo schizotipico, ad esempio) ma essi sono però completamente diversi per caratteristiche ed esordio, decorso e terapia. Alcuni studiosi tracciano un continuum di gravità che va dal disturbo schizoide allo schizotipico alla schizofrenia, pur appartenendo quest’ultima ad una categoria diagnostica diversa ( i diversi disturbi citati condividono l’interpretazione distorta della realtà, che giunge fino alla compromissione completa dell’esame di realtà nella schizofrenia quando non adeguatamente diagnosticata e curata).

POSSIBILI CURE: INDICAZIONI GENERALI

Per quanto concerne  la psicoterapia è necessario considerare un aspetto  che è comune a tutti i soggetti che soffrono di queste patologie strutturali e cioè che le persone con disturbi personalità non considerano problematico (tranne casi particolari) il proprio comportamento, tipicamente egosintonico.

Per tale motivo, esse devono essere aiutate costantemente a  confrontarsi con le conseguenze negative dei propri comportamenti su di se e sugli altri e con i propri pensieri disfunzionali, cioè con il loro modo di funzionare. A tale proposito, fino a qualche tempo fa  si pensava che in questi casi fosse efficace ed utilizzabile esclusivamente  la psicoterapia psicoanalitica – che rimane comunque indicata  –  di lunga durata e finalizzata a  comprendere meglio i conflitti sottostanti alle proprie serie difficoltà interpersonali e nella gestione degli impulsi.

Attualmente  è stata scientificamente verificata anche l’efficacia della  terapia cognitivo-comportamentale di media durata con successivi e periodici controlli. Due  proposte psicoterapeutiche interessanti e molto promettenti in relazione a queste problematiche sono state avanzate da due eminenti studiose del campo.

Lorna Benjamin, famosa psichiatra, ha messo a punto un trattamento di psicoterapia ricostruttiva interpersonale, un percorso di breve durata e molto strutturato indicato nella cura dei disturbi di personalità, trattamento  nel corso del quale l’individuo insieme allo psicoterapeuta focalizza la propria attenzione sulle proprie difficoltà interpersonali cercando delle soluzioni, vivendo all’interno di questo nuovo rapporto una esperienza correttiva.

Questo dovrebbe aiutarlo a non riproporre, nei suoi rapporti, sempre gli stessi modelli di interazione.

M. Linehan dopo anni di esperienza, ha ideato un trattamento  psicoterapeutico specifico per il disturbo bordeline di personalità –  di cui lei stessa ha sofferto partendo dall’assunto che il paziente con questa problematica presenta un elevato livello di vulnerabilità emotiva che non gli permette di modulare adeguatamente ed efficacemente le sue risposte o reazioni agli stimoli provenienti dall’ambiente.  Nella psicoterapia, molto strutturata al fine di consentire un elevato contenimento del paziente, la disregolazione emotiva viene progressivamente più controllata, con un aumento delle abilità sociali, dell’autosufficienza e del livello di mastery e speranza.

La psicoterapia ideata dalla Linhean è denominata “dialettica – comportamentale“. L’integrazione della psicoterapia di derivazione cognitiva comportamentale con la tecnica di meditazione Mindfulness, sviluppata da J. Kabat – Zinn nel 1969 presso l’Università del Massachusetts è in molti casi, utile ed indicata, permettendo di acquisire consapevolezza di sé stessi nel momento presente e ad assumere un atteggiamento no giudicante.

Spesso, soprattutto in fasi critiche del trattamento, può risultare utile o necessaria, la somministrazione a breve/medio  termine di psicofarmaci prescritti e monitorati dal medico specialista in psichiatria che collabora con lo psicoterapeuta.

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