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Jobs Act, Renzi ai sindacati: “Non possiamo trattare all’infinito”

Dopo le dichiarazioni sui provvedimenti che il Governo intende presentare in materia di scuola ed istruzione nel Consiglio dei ministri del 29, il premier espone le sue ragioni in merito alle trattative sulla riforma del Lavoro. Dopo il perentorio: “sulla scuola tratto io”, il leader democratico, consapevole dell‘attenzione che l’Europa tiene sul percorso di riforme italiano, mette le mani avanti sui tempi di concertazione tra Governo e parti sociali. Bruxelles attende il Jobs Act, Renzi lo sa.

«Se i sindacati restano fermi al passato, l’Italia non riparte». Netta la posizione dell’inquilino di palazzo Chigi. Tenuto conto delle consultazioni necessarie e dell’ ascolto di tutte le istanze in merito ad una questione delicata quanto quella del lavoro, Renzi ripropone l’idea di rapidità che intende infondere all’azione del Governo e chiarisce: «Non possiamo trattare all’infinito, a un certo punto verrà il tempo delle decisioni e dobbiamo essere pronti per quell’appuntamento. Altrimenti si finisce per cedere su tutto. Io non posso farmi ricattare. Basta con la logica del “no” e del piagnisteo. Dobbiamo scatenare le energie dell’Italia, dobbiamo mostrarci per quello che siamo: il governo del fare». 

Pur ribadendo la volontà di ascoltare i sindacati, «noi siamo disponibili a trattare con tutti», il presidente del Consiglio, dopo aver indicato come termine per la presentazione del Jobs Act fine 2014, annuncia di voler anticipare i tempi. «Entro l’autunno»: questa la scadenza che intende darsi il premier. «Massima disponibilità a trattare anche con i sindacati, verso cui non c’è nessuna ostilità preconcetta e nessun pregiudizio. Ma Camusso, Bonanni e gli altri devono sapere che il presupposto da cui noi partiamo per trattare è uno e uno solo: l’Italia deve fare le riforme». 

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