South Carolina (USA), alle porte della prigione di massima sicurezza “Lee Correctional Institution” è stato ritrovato il relitto di un drone utilizzato da alcuni contrabbanderi. Le circostanze fanno pensare che alcuni criminali, nel tentativo di far entrare cellulari e droghe all’interno della prigione di stato, abbiano pilotato un drone che però si è schiantato proprio alle soglie della prigione. Una storia esilarante dall’epilogo sfortunato che ha portato all’arresto del ventottenne Brenton Lee Doyle, mentre un secondo sospetto è ancora in libertà.
Il portavoce del Dipartimento di Stato di Correzione, Stephanie Givens, si è detto stupefatto dell’accaduto dato che -nella sua carriera- era la prima volta che vedeva un velivolo senza pilota utilizzato nel tentativo di violare mura di una prigione nello stato. Casi simili tuttavia sono stati riscontrati in tutto il mondo, dove i droni erano utilizzati dai gruppi criminali per il trasposto di merce di ogni genere. Al giorno d’oggi ormai, con la forte accessibilità alla tecnologia, anche i piccoli criminali giovano molto dei moderni ritrovati e la creatività fa il resto. Una cosa non certo stupefacente- anche se esilarante- se guardiamo alla storia: la tecnologia è sempre nata “vergine”, erano gli uomini che tramite questa compivano azioni più o meno lodevoli.