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Gothic: quando l’arte ispira il grande cinema

Non è la prima volta che le grandi opere d’arte del passato siano fonte di ispirazione per il grande cinema di oggi. E’ il caso di Gothic, film horror del 1986 diretto dal regista britannico Ken Russel con Julian Sands e la compianta Natasha Richardson.

Il lungometraggio si basa su una vicenda realmente accaduta. Siamo nel 1816  nei pressi di Ginevra. In quel periodo il poeta Shelley con la moglie Mary trascorre l’estate a Villa Diodati insieme al poeta Byron, accompagnato dall’amante Claire Claimont, sorellastra di Mary, e dal medico e confidente Polidori.

Durante una notte tempestosa gli ospiti della Villa si cimentano in una gara di racconti dell’orrore e da qui inizia l’incubo. Pe tutta la notte accadano fatti misteriosi e i protagonisti vedono allucinazioni e fantasmi. Al termine della spaventosa notte, Mary Shelley avrebbe trovato ispirazione per il suo romanzo più inquietante: Frankestein, nella cui prefazione è narrato dalla stessa autrice questo episodio.

Una delle scene più spaventose (riportata a destra nella foto) è ispirata da un dipinto (a sinistra) initolato Incubo del pittore preromantico Johann Heinrich Füssli (1741-1825). Il quadro, realizzato alla fine dell’800, raffigura un soggetto orrifico, tipico dell’epoca preromantica, e si presta a molteplici interpretazioni, spesso inquietanti.

Il famoso quadro fu fonte di ispirazione non solo per Russell, ma anche per Kubrick per alcune scene del suo Barry Linton (1975).

fonte | Wikipedia

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