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L’NSA spia più normali utenti web che criminali

L’NSA – National Security Agency è l’ente governativo americano che si occupa di monitorare le comunicazioni allo scopo di scoprire e sventare in anticipo qualsiasi attacco su suolo nazionale. Per farlo si avvale di strumenti di intercettazione (web e telecomunicazioni) che, seppur legali, sfiorano i limiti della privacy e molte volte gettano l’agenzia al centro di forti critiche. Secondo un nuovo rapporto del Washington Post è emerso che circa il 90% dell’utenza sotto sorveglianza dell’NSA non corrisponderebbe a vere minacce o obiettivi reali: in pratica vengono spiati quasi tutti normali utenti internet. Rispetto al 2013 niente è apparentemente cambiato e il tasso di innocenti derubati della loro privacy -i cosiddetti “non-target”- rimane 1 a 9 anche nel 2014 (circa 810.000 utenti).

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Pubblicato sabato scorso, il rapporto è basato su un catasto di 160.000 conversazioni intercettate, tra cui più di 120.000 messaggi, 22.000 e-mail e circa 4.000 messaggi su social-network provenienti da 11.400 account. Il database delle conversazioni dal 2009 al 2012 è stato fornito alla redazione del tabloid americano dall’ex agente NSA, Edward Snowden. L’indagine evidenzia che nonostante i “buoni propositi” dell’agenzia nel voler mantenere la sicurezza nazionale, le sue indagini sono finite per coinvolgere troppi utenti web innocenti, violando irragionevolmente la loro privacy. Inutile pensare alle polemiche che tutto ciò ha scatenato nei confronti dell’NSA e dei suoi continui abusi legalizzati. Tra i file monitorati dall’agenzia ci sono cartelle cliniche, messaggi strattemente personali, foto di bambini, immagini osé e un mucchio di altri dati sensibili. Tutto materiale che, in barba al Privacy Act e in nome di un ideale fin troppo abusato, è stato visionato accuratamente da chissà quale persona dell’agenzia.

 

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