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Steve Jobs dovrebbe essere in galera?

Se Steve Jobs fosse vivo oggi, avrebbe dovuto essere in galera? Questa è la domanda provocatoria a cui tenta di rispondere questo articolo tratto dal The New York Times. “Ogni cospirazione mirata a restringere la concorrenza e il commercio» è illegale. E chiunque violi questa norma deve essere considerato «colpevole di un reato, condannato e sanzionato con una multa o con la prigione per non oltre tre anni». Così dice lo Sherman Antitrust Act (la prima legge americana antitrust), ma sembra che Mr. Jobs non lo abbia mai letto, o abbia scelto di ignorarlo.

Herbert Hovenkamp dell’università Iowa College of Law definisce Steve “una violazione antitrust ambulante“. Secondo la tesi di alcuni, Steve Jobs sarebbe stato l’ideatore e il principale promotore del cartello tra i big della Silicon Valley per tenere bassi i salari dei dipendenti. In seguito a questa vicenda di otto anni fa Apple, Google, Adobe e Intel si sono accordate per evitare le conseguenze di una class action contro di loro lanciata da circa 64.000 lavoratori. Hovenkamp si dichiara stupefatto da tutti i rischi legali che Jobs ha corso durante la sua carriera.

Anche Walter Isaacson che ha scritto la sua biografia ufficiale, dice che Jobs “pensava che le regole non valessero per lui” ma soltanto per la gente comune. Questa “libertà” che si è preso era parte del suo genio, il che “gli ha consentito di fare cose fantastiche”, anche a costo di spingersi oltre la legalità.

Fatto sta che la reputazione di Steve Jobs, morto 3 anni fa a causa di un cancro, resta “più o meno scolpita sulla pietra“, come dice il giornalista Brian Lam.

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