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Restringimento arterie carotidi: a rischio la memoria e il pensiero

Problemi con l’apprendimento, la memoria, il pensiero e il processo decisionale potrebbero essere legati al restringimento delle carotidi del collo secondo una nuova ricerca presentata all‘Accademia Americana di neurologia al 66 ° Meeting Annuale che si è tenuta a Philadelphia.

Questa ricerca effettuata dall’accademia è la prima che riesce a collegare specificatamente restringimento alle carotidi, i due piccoli vasi sanguigni che forniscono sangue al cervello, a problemi di memoria e pensiero. Le maggiori indagini legate alle arterie carotidi riguarda quando le arterie sono bloccate da le cosiddette “placche”, cioè depositi di grasso, che com’è noto possono provocare ictus o TIA(attacco ischemico transitorio).

“I risultati sottolineano l’importanza di valutare lo stato della memoria e il pensiero nelle persone con restringimento dell’arteria carotidea ” afferma il Dott. Brajesh Lal, dal Maryland VA Health Care System Baltimore e della University of Maryland School of Medicine a Baltimora .

Il Dott. Lal e il suo team di ricercatori hanno valutato 67 pazienti con stenosi carotidea asintomatica ( ACS), e 60 persone con fattori di rischio per ACS, come il diabete, pressione alta, colesterolo alto e malattia coronarica ma senza la condizione ostruttiva. I pazienti ACS avevano una riduzione del 50% del diametro della carotide. Entrambi i gruppi sono stati testati per velocità di elaborazione, l’apprendimento, la memoria , il processo decisionale, il linguaggio e le capacità globali di pensiero.

I pazienti con ACS manifestavano dei risultati “significativamente peggiori” nei test, in particolare nelle prove di velocità di elaborazione. Lo studio non ha trovato alcuna differenza, tuttavia, nelle capacità linguistiche dei due gruppi. Anche se questo era un piccolo studio osservazionale, il Dott. Lal considera i risultati significativi:

“Se questi risultati fossero confermati in studi più ampi avrebbero implicazioni significative per l’individuazione di nuovi target terapeutici ed aprirebbero la porta ad altre domande, come ad esempio: è necessario trattare tali pazienti più aggressivamente con i farmaci? o sottoporli a terapie di riabilitazione cognitiva? o addirittura ad un intervento chirurgico per aprire l’arteria?. ” Mi aspetto un gran numero di studi di follow- up alla ricerca di cause e della migliore opzione di trattamento per questa morbosità, associata al restringimento delle carotidi, ” afferma il Dott. Lal .

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