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“Licenziare Tim Cook”

Tim Cook, un imprenditore amato e odiato, definito da alcuni il salvatore di una nave, Apple, che potrebbe affondare da un momento all’altro, mentre per altri è semplicemente colui che sta facendo di tutto per farla affondare, non portando all’evoluzione una delle società più importanti non solo del settore informatico, ma anche della storia dell’umanità, con una potenza di marchio mai raggiunta da nessuno, per alcuni solamente Coca-Cola la può eguagliare, una qualità dei prodotti difficile da imitare e una clientela che solo pochissime aziende esistenti possono vantare. Apple è nel settore della tecnologia, ancora, amata in tutto il mondo come Ferrari lo è per il settore dei motori. Proprio come quest’ultima, la società di Cupertino sta risentendo ogni anno, mese, settimana, giorno e ora che passano della mancanza del suo padre fondatore: Steve Jobs.

Ne avremo parlato in centinaia di articoli, anche e soprattutto qui su TechGenius, in generale anche nelle testate giornalistiche di informatica e tecnologia di tutto il mondo, ma fatto sta che, anche con gli ottimi risultati in arrivo dalle vendite, Apple non è più quella di prima. La riflessione che in molti hanno fatto è che, il problema dell’evidente declino di marchio, sia colpa di Tim Cook, un uomo che ha dovuto trascinare dietro di se un’orda di fan che non vedevano altro che Jobs a capo della, sempre in atto, rivoluzione informatica e guerra contro Microsoft, e poi Google. Oggi si parla delle società e delle aziende come se fossero squadre di calcio, che devono sconfiggere il nemico per arrivare primi in classifica a fine campionato. A differenza del calcio, però, la battaglia è a colpi di innovazione nei prodotti, fondamentali per distruggere la concorrenza e vendere, accumulando punti per arrivare in cima al tabellone.

Al momento, se continuassimo la metafora con il calcio, sempre aldilà delle vendite, Apple sarebbe quasi in serie B, perché di innovazione nei suoi prodotti, almeno dall’inizio della gestione Tim Cook, c’è né stata ben poca. Prodotti ripetitivi e, talvolta, anche noiosi. Certo, qualche passo in avanti è stato fatto, ma parliamoci chiaro, si poteva fare molto di più, parliamo di Apple, non dell’ultima arrivata, la quale ha un bagaglio non solo economico e finanziario notevole, ma anche centinaia di talenti e ingegneri pronti a sviluppare il futuro. Eppure, almeno ad oggi, tutto questo non è stato fatto. I tablet sono rimasti come quando venne presentato, proprio da Steve Jobs, l’iPad 2, con solamente migliorie alla definizione dello schermo e ai chip interni. Gli smartphone, a parte un nuovo modello, l’iPhone 5c, ha mantenuto la struttura dell’iPhone 4, presentato sempre da Jobs, solamente con un nuovo OS, e con uno schermo più grande.

Apple CEO Tim Cook Testifies At Hearing On Offshore Taxes

Potremo parlare delle migliorie e innovazioni, soprattutto di quelle che non ci sono state, dei prodotti Apple per righe e righe di articoli, ma non servirebbe a nulla. Ciò che, invece, sarebbe utile è svegliare le idee che circolano nei fogli dei progetti all’interno dei cestini a Cupertino, dove probabilmente troppo spesso si è pensato a giocare a palla canestro con i fogli accartocciati, piuttosto che provare a rischiare e presentare un dispositivo rivoluzionario, come Apple, solo pochi anni fa, faceva. Personalmente, nelle ultime presentazioni, non sono più riuscito a sentire quel brivido che mi attraversava quando Steve Jobs faceva vedere le icone dell’iPod, del telefono e di Safari girare sullo schermo, facendo sghignazzare il pubblico, per poi annunciare l’iPhone, oppure quando ha tirato fuori dalla busta delle poste il MacBook Air, dicendo che si trattava del computer più sottile al mondo.

Ovviamente, parte di quella ebrezza che si provava era anche merito del carisma che lo stesso Steve Jobs aveva, nel presentare i prodotti neonati della sua creatura Apple. Scartiamo quindi questa parte, poiché ad oggi i prodotti vengono presentati dai dirigenti dei progetti, neanche da Tim Cook, cosa che ha reso le presentazioni un po’ lente e macchinose. Aldilà delle presentazioni però, troviamo sempre il capitano al timone della nave, Tim Cook che sino ad oggi non ha saputo prendere posizione sull’entrata nel mercato di un nuovo prodotto rivoluzionario. Si, è vero, lo ha fatto con iPhone 5c, ma in quanti pensano che sia un prodotto rivoluzionario? Penso proprio nessuno. Contro il povero Tim Cook si sono schierati i consumatori, le testate giornalistiche di tutto il mondo, il mercato, gli investitori e, ora, anche gli analisti, che non vedono un futuro roseo.

Le parole di Trip Chowdhry, analista di Global Equitie, sono chiare: “Licenziare Tim Cook”. Non è la prima volta che Chowdhry si schiera contro il nuovo timoniere di Apple che, secondo lui, insieme a Peter Oppenheimer, Chief Financial Officer in partenza da Cupertino, sostituito da poco con Luca Maestri, ha sminuito il valore delle azioni della società, con gli investitori che hanno dovuto ritirare i propri investimenti e vendere alcune importanti quote. Questo si è trasformato in uno dei cali più drastici della storia del titolo Apple (AAPL) a Wall Street. L’analista fa notare che dalla presentazione dell’iPhone 5 a oggi le azioni di Apple sono scese, restituendo agli azionisti 7,7 miliardi di dollari cash attraverso dividendi e riacquisti azionari nel corso del trimestre di dicembre.

Apple shares fall at the NASDAQ in New York

Il determinato Trip Chowdhry non si è limitato a parlar male di Tim Cook con quattro dati alla mano, ma ha voluto comunicare soluzioni concrete per il futuro, consigliando di nominare amministratore delegato (CEO) Jon Rubinstein e direttore finanziario (CFO) Fred Anderson, due personaggi che hanno contribuito, con Steve Jobs, a guidare la società verso uno spettacolare recupero agli inizi degli anni 2000, rendendo Apple quella che oggi conosciamo. Ovviamente, dati alla mano, aldilà di cali in Borsa, il lavoro di Cook sembrerebbe essere stato quanto meno remunerativo come richiesto dagli investitori, che solo nell’ultimo trimestre dell’anno fiscale 2014, conclusosi il 28 dicembre 2013, hanno visto un fatturato trimestrale record di 57,6 miliardi di dollari e un utile netto trimestrale di 13,1 miliardi di dollari.

Ovviamente, le critiche che sono state fatte negli anni alla Apple di Tim Cook sono basate sul fatto che l’innovazione nei dispositivi non può delineare un futuro prospero, oltre al fatto che non vi sono stati nuovi device, soprattutto se società come Google e Microsoft si stanno muovendo velocemente per accaparrarsi società, brevetti e giovani talenti, lanciando nuovi prodotti e rischiando milioni per poter superare la fama di Apple. Chi si intende di marketing sa perfettamente che la guerra, nel mercato, si fa principalmente facendo parlare di se stessi. Non possiamo dire che Google e Microsoft non lo stiano facendo, tutt’altro, stanno cercando nei modi più disparati possibili, di allontanare quei tempi in cui i fan accorrevano in massa agli store Apple per acquistare un prodotto.

Apple shares fall at the NASDAQ in New York

Questo vuole essere non solo un articolo di riflessione sull’andamento di una società che ha saputo vedere il futuro, anche attraverso gli occhi di Steve Jobs, ma soprattutto un campanello d’allarme per far capire, ad Apple come ai consumatori, che la società di Cupertino di una volta potrebbe ritornare a splendere, ovviamente in maniera relativa per la perdita del suo fondatore, ma sicuramente apprezzabile con un po’ di grinta in più e qualche prodotto azzardato, che come furono iPod, iPhone e iPad, potrebbero divenire il nuovo “One more thing“.

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