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Minacce al fondatore di Oculus VR dopo l’acquisizione da parte di Facebook

Pare che molti non abbiano preso bene la notizia dell’acquisizione di Oculus VR da parte di Facebook, avvenuto poco tempo fa per una cifra di 2 miliardi di dollari. Infatti il cofondatore della piccola società si è visto recapitare a casa lettere di minacce di morte rivolte non solo a sé stesso, ma anche alla famiglia, oltre a telefonate minatorie davvero gravissime. Per certi versi era prevedibile il polverone che si è sollevato dopo la notizia dell’acquisizione, ma certo nessuno si aspettava reazioni di questo tipo.

Secondo dei primi indizi la colpa di queste minacce sarebbe di alcuni backers, ovvero le persone che, al momento del lancio di Oculus VR, decisero di finanziare il progetto su Kickstarter. Inizialmente l’obbiettivo del team era di raggiungere la cifra di 250.000 dollari, ma le donazioni si mostrarono molto più generose e, grazie all’entusiasmo per questo nuovo ed innovativo progetto, toccarono i 2,5 milioni di dollari. Sembra però che alcuni di questi backers si siano dimenticati di aver fatto delle semplici donazioni, come ci ricorda il regolamento di Kickstarter, e non investimenti che prevedevano un ritorno economico in futuro.

Evidentemente questo improvviso cambiamento di programma, che ha comportato la vendita della società al social network in blu, non è piaciuto a molti donatori o comunque a persone che tenevano molto all’autonomia del progetto e ha portato a reazioni davvero negative, come le minacce ricevute da Palmer Luckey, fondatore di Oculus VR.

“Ci aspettavamo una reazione negativa da parte delle persone nel breve termine, ma non ci aspettavamo di ricevere così tante minacce di morte e telefonate moleste. Sono arrivate sia a noi che alle nostre famiglie. Tutto questo è ingiustificato, anche perché coinvolge persone che non hanno nulla a che fare con Oculus”

Questo è stato un primo commento a caldo di Luckey, il quale ha capito le perplessità generate nelle persone, affermando però che sarebbe stata inevitabile l’acquisizione da parte di una grande azienda, vista l’importanza dell’innovazione e il grande interesse suscitato. Infatti per poter divenire qualcosa di più grande una delle tappe fondamentali era proprio l’investimento di una qualche società molto forte nel settore, come è appunto Facebook.

Ingiustificate però le intimidazioni, che Palmer Luckey condanna con questa affermazione:

“Sappiamo che dimostreremo quello di cui siamo fatti con le nostre azioni e non con semplici parole, ma questo tipo di stronzate è totalmente ingiustificato, soprattutto visto che ha un impatto anche su persone che non hanno nulla a che fare con Oculus.”

Pronto anche l’intervento di Nate Mitchell, vice presidente della startup, che ha cercato di rassicurare tutti gli interessati dicendo che il progetto troverà sicuramente un suo brillante sviluppo in futuro e che l’operazione di vendita è stata necessaria proprio per garantire longevità ad Oculus VR.

“Appena la gente inizierà a riflettere con calma, sia su Twitter che su Reddit inizieremo a leggere opinioni diverse. Spetta a noi educare le persone, e vogliamo condividere con loro tutto quello che stiamo facendo”

Insomma, dopo la notizia che Facebook ha acquisito la piccola startup si sono scatenate immediatamente le reazioni che, se in parte possono essere giustificate per il corso degli eventi, non si possono accettare quando queste “perplessità” divengono minacce di morte nei confronti del fondatore e della sua famiglia. Lasciamo a voi ulteriori considerazioni in merito.

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