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Bitcoin crolla a -20%, colpa della Russia e dei problemi tecnici

Non c’è pace per i Bitcoin, che da quando sono al centro dell’attenzione mediatica hanno avuto svariate problematiche che non hanno fatto altro che abbassarne il valore. Il motivo è molto semplice, l’utenza si sta accorgendo di questo mezzo e le banche non li vogliono.

La scorsa settimana, la moneta digitale, aveva avuto un crollo molto duro derivato dalla comunicazione che la Russia aveva fatto in merito all’utilità nel proprio paese, negandone completamente l’entrata e sanzionando chi ne usufruiva. La stessa dichiarazione venne fatta anche dalla Cina qualche settimana fa. A differenza della Russia, venne subito ritirata, lasciando spazio all’entrata dei Bitcoin tradire opinioni nelle vene dei computer degli utenti cinesi.

Il crollo di oggi, che ha conseguito un -20% del valore dei Bitcoin, però, non è stato per mano di qualche scialba dichiarazione, bensì di molti problemi tecnici che continuano a fermare gli scambi su Mt Gox, una delle principali piattaforme di scambio.

Questo il grafico che ne delinea la perdita del -20%:

bitcoin mt gox

I Bitcoin, conosciuti per la loro grande innovazione apportata al mercato finanziario mondiale, venerdì erano scesi a 680 dollari, dopo essere stata scambiata per tutta la scorsa settimana sugli 850 dollari. Oggi dopo la nuova dichiarazione di Mt Gox è scesa a quota 538 dollari, come riporta CNBC. Nel gennaio 2013 la valuta valeva 20 dollari arrivando durante il corso dell’anno a punte di 1.200 dollari.

Queste le parole del portale, che in una nota si scusa e promette aggiustamenti:

“Crediamo che i cambiamenti richiesti per risolvere il problema saranno positivi sul lungo termine per tutta la comunità. Per questo abbiamo deciso di sospendere i prelievi fino a quando non risolveremo i problemi tecnici”.

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