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Samsung ci riprova contro Apple, ma gli Stati Uniti negano il processo

La guerra tra Apple e Samsung prosegue, ormai, da circa 3 anni, ma ogni giorno che passa le cose non sembrano migliorare. La colpa è di entrambe le società, che invece di concentrarsi sui prodotti e sulla filosofia che essi propongono agli utenti, pensano a discutere e litigare su brevetti, molto importanti sicuramente, ma di certo non vitali per lo sviluppo della tecnologia. L’atteggiamento provocatorio di Samsung, in questi ultimi giorni, è molto spinto rispetto a quello della compagnia capitanata da Tim Cook, dato che la società sudcoreana ha provato anche a eliminare il logo, i prodotti e la parola Apple dalle inquadrature delle Olimpiadi invernali di Sochi, regalando ad ogni team nazionale un proprio Galaxy Note 3 e delle cover personalizzate. Risultato? I dispositivi Apple sono comunque rimasti molto visibili alle telecamere.

Questo atteggiamento, in particolare, ma anche altri che sono stati messi in atto da entrambe le società negli scorsi mesi, delineano un profilo perfetto di come la guerra non sia terminata, bensì solamente messa in pausa, soprattutto nei mesi precedenti le feste natalizie, dove si pensava a pubblicizzare e vendere al meglio i prodotti sul mercato. Iniziato il nuovo anno e terminate le grandi vendite del pre e post Natale, le società continuano a provare metodi alquanto banali e ipocriti per cercare di strappare qualche soldo, brevetto o espulsione di prodotti.

Nelle ultime ore è arrivata una notizia che vedrebbe gli Stati Uniti negare un nuovo processo a Samsung, la quale lo aveva richiesto a causa di alcuni errori commessi dalla giuria e per pregiudizi razziali, etnici o di nazionalità. Infatti, durante la seconda parte del processo nel 2013, Apple ha vinto ottenendo così 290 milioni di dollari in danni da parte della giuria, salendo ad oltre 900 milioni di dollari, se sommati ai danni concessi alla compagnia durante il processo originario. Ovviamente la cosa non è finita lì, poiché Apple ha protestato per la somma troppo bassa ottenuta, mentre Samsung cercava di ridurla e provare a convincere la giuria ad aprire un nuovo processo.

Il giudice Lucy Koh, che si occupa del caso, ha negato definitivamente la suddetta mozione.

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