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Italia: in arrivo una tassa su smartphone e tablet

Dare news del genere mi spinge a pensare male del mio Paese, del nostro Paese. Siamo in crisi, ok, ma come pensiamo di poter risollevare le sorti di un’Italia ormai a pezzi mettendo tasse su tasse. Non bastava l’IVA al 22%, ci mancava la tassa sui prodotti tecnologici di tutti i giorni, come smartphone, tablet, computer fissi e mobili, ma anche chiavette USB, hard-disk esterni, TV con funzione di registratore e decoder.

E non stiamo parlando di pochi centesimi, ma di 5,20€ per nuovi smartphone e tablet, che possono arrivare anche a 40€ per i decoder con memoria interna da 400 GB. Cifre a dir poco pazzesche che influiranno sull’insuccesso di molti prodotti di fascia bassa. Diciamocela tutta: un consumatore che acquista un dispositivo da 800€ non rinuncia a quest’ultimo se gli viene a costare 5€ in più. Un consumatore che però vuole acquistare uno smartphone a 99€ ci penserà un po’ di più vedendo sul cartellino il prezzo 104,20€.

Massimo Bray, responsabile del ministero dei Beni, Attività culturali e Turismo, ha messo in stand-by la tassa in oggetto in attesa di sentire tutte le parti in causa.

teballa tassa smartphone

 

Una tassa sugli smartphone la paghiamo già, ma forse non ce ne siamo neanche accorti. Si tratta infatti di soli 90 centesimi, imposti con un decreto del 30 dicembre 2009 che ne stabiliva il periodico aggiornamento, per adeguarle allo sviluppo delle tecnologie digitali. Ma perché siamo costretti a pagare questa tassa? Semplice, perché negli smartphone è presente una memoria dedicata all’archiviazione, quindi la SIAE pretende questa piccola tassa per compensare i mancati introiti degli autori, che sanno quanto queste memorie vengano imbottite di materiale pirata. 

La tassa in questione, sempre se verrà fatta entrare in vigore, smuoverà un bel po’ di soldi. Parliamo infatti di 160 milioni di euro, visto che nel 2014 dovrebbero essere venduti 16 milioni di nuovi smartphone, 8 milioni di tablet, 10 milioni di computer e TV e un numero incalcolabile di periferiche, come hard disk o chiavette USB.

Il ministero, comunque, ci tiene a precisare: “le ipotetiche tariffe pubblicate in merito agli aumenti di costo sono infondate. Il ministro Bray sta lavorando ad una soluzione condivisa.”

Voi cosa ne pensate?

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