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Calciatrice coreana viene accusata di essere un uomo

Se questi dubbi alle volte potrebbero entrare goliardicamente su siti come bwin.it/sportsbook.aspx, per Park Eun-Seon, 27 anni, c’è ben poco da scherzare vedendo messa in dubbio la sua stessa sessualità, infatti la giocatrice coreana dai tratti sicuramente androgini e dalle prestazioni sopra la media è stata accusata dai club rivali di essere un uomo.

Se il piccolo club capitolino, il Seoul City Amazones, si rifiuta di esporre la giocatrice ad una pubblica umiliazione e farà il possibile per proteggere la giocatrice dall’imbarazzo di dover dimostrare la propria femminilità, la FIFA Korea temporeggia e mantiene un nebuloso mistero cercando probabilmente di attrarre l’attenzione, e quindi nuovi sponsor, sulla realtà calcistica femminile coreana. Non è la prima volta che un’atleta di punta dello sport femminile viene accusata ingiustamente o meno di essere un uomo, ed è necessario aggiungere che alle volte non è facile dire se una persona sia donna o uomo, fa testo la storia di Pinki Pramanik, atleta indiana specializzata nei 400 ed 800 metri e nella staffetta 4X400, vincitrice di svariate medaglie d’argento e d’oro nei Commonwealth Games, South Asian Games e negli Asian Games.

Pramanik venne accusata nel 2012 di stupro da parte della sua sedicente fidanzata, a causa del suo aspetto nettamente maschile venne eseguito un arresto cautelativo ed inserita in un ramo maschile, ad una prima analisi venne dichiarata essere maschio, e la corte decise di fare un test cromosomico che dimostrò la presenza dei cromosomi XY, ulteriori analisi dimostrarono che Pramanik è uno pseudoermafrodita maschio e le sue caratteristiche fisiche non gli permettono in alcun modo il sesso penetrativo, inoltre le dosi di testosterone che più o meno legalmente, o coscientemente, assumeva hanno contribuito alla sua mascolinizzazione.

La storia di Pramanik non si concluderà con dichiarazione del sesso femminile dell’atleta da parte della corte, infatti la stessa accusatrice ammetterà di aver ceduto alle pressioni di Avtar Singh, potente broker indiano e marito dell’atleta ed ex parlamentare Jyotirmoyee Sikdar, che ironicamente fu una delle maggiori sostenitrici della Pramanik, l’obiettivo di Singh sarebbe stato quello di impossessarsi dei tre lotti di terra che il governo indiano regalò a Pinki a seguito delle vittorie da lei conseguite per costruire un complesso abitativo.

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