Legambiente ha stilato una classifica delle peggiori linee ferroviarie italiane, considerando le lamentele di chi questa triste realtà la vive ogni giorno: con riduzioni delle corse, lentezza, ritardi, aumenti dei costi, disservizi, sporcizia, sovraffollamento.
La situazione è spesso disperata, con le condizioni peggiori in Campania, Veneto, Piemonte, Lazio. Gli stanziamenti erogati dalle Regioni per questo servizio siano talmente risibili da non arrivare in media nemmeno allo 0,4% dei bilanci.
Fra il 2011 e il 2013 il taglio ai servizi è stato del 21% in Abruzzo e Liguria, e del 19% in Campania. Il record di aumento del costo dei biglietti dal 2011 a oggi va invece al Piemonte con +47%, mentre è stato del 41% in Liguria, del 25% in Abruzzo e Umbria, a fronte di un servizio che non ha avuto alcun miglioramento.
Ecco le 10 linee peggiori:
Circumvesuviana
La circumvesuviana di Napoli è in testa alla classifica e si conferma una vergogna tutta italiana. Dal 2011 al 2013 le corse sono state ridotte del 40% a fronte di oltre 100mila utenti al giorno e nelle stazioni sono state chiuse 22 biglietterie. Eppure la tratta tocca luoghi d’interesse turistico internazionale come gli scavi di Pompei. Problematica anche la sicurezza: lo scorso agosto c’è stato un incidente con delle auto a un passaggio a livello, e il 18 settembre è deragliato un treno.
Roma-Nettuno
Questa tratta di 52 chilometri ne vanta 20 a binario unico, carrozze sovraffollate, ritardi cronici e costanti disservizi. Il treno che parte da Nettuno alle 8.30, monitorato da Legambiente tra il 17 ottobre e il 21 novembre, ha totalizzato 400 minuti di ritardo ed è stato soppresso 2 volte. Con il nuovo orario invernale sono previsti perfino tagli al servizio.
Torino: tagliate 13 linee
Una beffa per i pendolari piemontesi che oltre ad avere subito i maggiori aumenti del costo dei biglietti hanno visto dal 2010 a oggi cancellare ben 13 linee: Santhià-Arona, Pinerolo-Torre Pellice, Cuneo-Saluzzo-Savigliano, Cuneo-Mondovì, Ceva-Ormea, Asti-Castagnole-Alba, Alessandria-Castagnole-Alba, Asti-Casale-Mortara, Asti-Chivasso, Novi-Tortona, Alessandria-Ovada e Vercelli-Casale Monferrato.
Padova-Belluno-Calalzo
Qui gli utenti lamentano un peggioramento della qualità del servizio, con ritardi e soppressioni a sorpresa e senza alternative sostitutive su gomma. La linea è di 155 chilometri – percorsi a circa 50 chilometri all’ora – ed è un esempio del disinteresse della Regione Veneto nei confronti dei pendolari. Disinteresse che ha portato a cancellare ben 8 treni interregionali giornalieri su un’altra linea di grande frequentazione, la Venezia-Milano: spariranno con il nuovo orario invernale, dal 15 dicembre. I pendolari dovranno cambiare treno a Verona, o prendere le Frecce, con prezzi ben diversi.
Arquata Scrivia-Genova Brignole
È la linea che collega Genova con il Piemonte, fino ad Arquata Scrivia, in provincia di Alessandria. 46 chilometri su 63 sono a binario unico. I problemi storici di lentezza dei collegamenti e vetustà dei treni, si sono aggravati con la cancellazione di un treno Intercity con l’ultimo cambio di orario.
Mantova-Cremona-Milano
Su questa linea che collega due capoluoghi di Provincia con Milano i 10mila pendolari che ogni giorno la percorrono lamentano treni lenti, sovraffollati, vecchi e sporchi. Su 151 chilometri ben 91 sono a binario unico e vi sono decine di passaggi a livello, per cui da Mantova per Milano i tempi di percorrenza sono di 2 ore e 10 minuti, mentre da Cremona i tempi sono di un’ora e 10 minuti, esattamente come 40 anni fa. Il materiale rotabile è tra i più vecchi in circolazione.
Siracusa-Ragusa-Gela
È una linea non elettrificata e a binario unico, dove la media di velocità è di 55 chilometri orari, che collega tre Province. I tempi di percorrenza dei treni sono simili e in alcune relazioni (Comiso-Ragusa, Pozzallo-Modica) addirittura superiori rispetto a quelli di 20 anni fa. Le biglietterie nelle stazioni sono scomparse quasi ovunque. Otto i treni soppressi nell’ultimo anno.
Campobasso-Isernia-Roma
Un unico binario tra Campobasso e Venafro è la ragione di tempi di percorrenza estremamente lenti, oltre a treni in larga parte vecchi.
Bologna-Porretta Terme
Gli utenti – almeno 10mila al giorno con punte di 20mila – denunciano continue soppressioni, quotidiani ritardi, guasti sempre più frequenti e scelte sbagliate come quella di inserire treni a doppio piano in orari di scarso afflusso.
Potenza-Salerno
Anche quando i treni non subiscono soppressioni improvvise i ritardi sono all’ordine del giorno, con convogli che non raggiungono i 50 chilometri all’ora di velocità media e impiegano 2 ore e mezza per arrivare a destinazione, che si tratti di regionali o di Intercity. Dal prossimo cambio di orario verranno anche soppressi due treni di primo mattino diretti a Salerno.
fonte | Legambiente