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Saremo tutti testimonial di Google

Google sta cercando di usare la vostra faccia, il vostro nome e tutte le cose che fate su Internet per vendere prodotti ai vostri amici. E’ un concetto pubblicitario molto importante, il quale non si è ancora fatto sentire per l’importanza che esso ha verso ogni utente. L’11 ottobre scorso infatti, l’azienda di Mountain View ha annunciato l’aggiornamento delle condizioni d’uso, nelle quali vi sono proprio questi cambiamenti. L’argomento più importante è sicuramente legato alla privacy. Google potrà aggiungere alle sue inserzioni pubblicitarie i commenti che avrete pubblicato su YouTube, i vostri messaggi su Google+ o le vostre recensioni effettuate su Google Play Store. Per farla breve, nei prossimi mesi Google+ avrà un senso. Le modifiche sono state attivate dalla giornata di ieri, 11 novembre, e potranno essere anche rifiutate dagli utenti, oltre a non valere per i minorenni.

Nel 2011 la decisione dell’azienda di lanciare il suo social network era sembrata a molti incomprensibile, poiché Facebook era già leader del mercato, Twitter era in crescita constante e i precedenti tentativi di Google erano stati rispediti al mittente dal pubblico del web. Eppure, pian piano, Google+ si è fatto strada attraverso tutti i servizi di Google, divenendo quasi il tronco dell’esperienza ‘Googoliana‘, dal sistema operativo Android ai più futuristici Google Glass, oltre a divenire piattaforma principale per la condivisione nelle ricerche effettuate con il motore di ricerca, arrivando ad essere la seconda piattaforma di networking più importante al mondo, con circa 700 milioni di iscritti, dei quali solo 300 milioni partecipano attivamente. C’è infatti chi lo paragona ad una città fantasma, poiché in molti si iscrivono senza però utilizzarlo.

> on March 5, 2012 in Hanover, Germany.

Google ha anche cercato di imporre ai suoi utenti l’uso del vero nome dell’utente, al posto dello pseudonimo o del più comune nickname, ma alcuni hanno opposto resistenza, sopratutto chi frequenta molto il letamaio dei commenti su YouTube, spesso per criticare qualcuno o scrivere cose molto al di fuori di ogni immaginazione, volendo restare quindi anonimi. Ma visto che la società americana ha in mano alcuni dei servizi più importanti e popolari della rete, non è stato difficile convincere gli utenti a creare un account su Google+. Alcuni hanno firmato le regole dell’azienda solo per far sparire tutte quelle finestre fastidiose di Google+, che compaiono come pop-up durante la navigazione.

Tutto questo però, non era l’unico passo che serviva a collegare l’identità dei suoi utenti alla pubblicità. L’azienda doveva anche permettere agli iscritti di controllare con chi condividevano le informazioni e rendere facile la cancellazione del proprio account. Insomma, Google+ doveva diventare il contrario di Facebook. Ebbene sì, avete letto bene, proprio il contrario, o almeno questa era l’idea di base per la creazione della piattaforma. Invece di costringere gli utenti a stringere un ‘amicizia’ online, il servizio permetteva, e permette tutt’ora, di dividere i contatti in cerchie‘: amici, famigliari, colleghi o qualunque altra categoria potesse venire in mente all’utente.

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La tattica è semplice, invece di gettare tutti in un unico calderone come fa Facebook, Google+ permette di catalogarle ed inserirle in un contesto ben preciso, così da controllare le relazioni che gli utenti hanno nella vita reale. Può sembrare che la privacy sia maggiore, ma dopo questa breve ma intensa spiegazione, forse, il vostro pensiero verso Google+ sarà cambiato. Google+ ha reso semplice anche cambiare le proprie impostazioni sui dati personali, differentemente da come accade su Facebook. Chi è iscritto può rifiutare le regole sulla privacy che Google mette a nudo, schiacciando semplicemente un pulsante rosso.

Insomma, Google sta cercando di presentare il proprio social network come l’antagonista di Facebook, rendendolo al contempo molto più strategico verso i suoi servizi e le sue esigenze. Queste differenze però, sono superficiali. Infatti, sia Google+ sia Facebook hanno un unico obbiettivo: vogliono raccogliere il maggior numero di informazioni sui propri utenti. Grazie a questi dati, le società, possono vendere annunci basati sulle attività in rete e usare la faccia dei propri iscritti per convincere gli altri utenti a cliccare sulle pubblicità. L’unica differenza sta nel metodo usato per recuperare e presentare queste informazioni.

Nonostante tutti gli sforzi compiuti per diventare il contrario di Facebook, Google+ si è trasformato proprio in Facebook.

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