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BlackBerry: sfuma la vendita e crolla il titolo a Wall Street

Ormai si era capito che la vicenda BlackBerry sarebbe andata a finire in questa direzione, sopratutto dopo i risultati emanati nel mese di settembre, che hanno sottolineato quello che sarebbe stato il futuro della società canadese. E’ triste pensare che BlackBerry sia stata, anni addietro, la società più potente nel mercato della telefonia mobile, la quale dominava con dispositivi potenti, esteticamente affascinanti e una filosofia molto apprezzata dalla propria utenza. La stangata però, è arrivata con l’evolversi del mercato, sopratutto dopo l’entrata in campo di iPhone e subito dopo dei dispositivi Android, quest’ultimi economici e al passo con i tempi, sicuramente molto più di BlackBerry, che invece si è trovata ad arrancare sull’onda della rivoluzione basata sulle applicazioni.

La ‘nave’ BlackBerry è quindi affondata con le armi di un mercato in piena evoluzione, ma anche per colpa dei timonieri, che non hanno saputo reggere il passo in una tempesta sempre più violenta. Ovviamente la tempesta non si è fermata, bensì è aumentata, e la società è caduta in crisi nera. Le prime conseguenze di questo urto violento sono stati i tanti licenziamenti, spesso figli di una crisi in arrivo, che hanno rallentato la crescita del sistema BlackBerry. I guadagni inoltre, hanno iniziato ad essere sempre minori, arrivando addirittura a chiedere aiuto agli azionisti per poter tenere a galla la ‘nave’.

La crisi, almeno nei mesi finali del 2012, sembrava esser terminata, con il grande annuncio, a fine gennaio 2013, del nuovo OS mobile: BlackBerry 10, oltre ai relativi device BlackBerry Z10 e Q10. Purtroppo però, sia perché il prezzo dei dispositivi era troppo alto, sia perché la filosofia mobile di BlackBerry non era esattamente al passo con i tempi e sopratutto non con la concorrenza, anche questa manovra si è rivelata sbagliata, costringendo il consiglio di amministrazione della società a cercare un rimedio. All’inizio si era ipotizzato di sviluppare nuovi dispositivi, più economici e simili a ciò che il mercato richiedeva, ma dopo qualche modello lanciato la situazione è rimasta uguale a prima. Per questo, nei mesi finali dell’estate, con settembre alle porte, si è deciso per la vendita della società, o comunque di alcune quote azionarie.

blackberry

Le trattative sembravano interessare molte aziende, del calibro di Samsung, Intel, Google e Facebook, che spesso hanno espresso interesse verso l’acquisto, magari di alcune quote azionarie, della società canadese. La svolta che ha fatto tremare le scrivanie dei dirigenti BlackBerry è arrivata in un giorno di fine settembre, esattamente il 23, quando Fairfax Financial ha offerto 9 dollari ad azione, in una transazione valutata 4,7 miliardi di dollari.

Con questa semplice ma importante mossa, Fairfax avrebbe preso possesso di tutte le azioni della società, acquisendola ufficialmente. Secondo il CEO di Fairfax, Prem Watsa, l’operazione avrebbe consentito a BlackBerry di continuare la propria strategia a lungo termine in una società privata, quale Fairfax, con un focus più attento sulla fornitura di soluzioni superiori. La lettera inviata però, era solamente un passo preliminare di Fairfax Financial, per assicurarsi una posizione di maggior spicco rispetto a chi avrebbe potuto offrire in seguito.

La data impostata per la fine delle trattative era proprio quella di ieri, 4 novembre 2013, ma qualcosa è andato storto. Infatti, secondo le analisi effettuate dai dirigenti della società canadese, le azioni oggi avrebbero dovuto toccare i 9 dollari, permettendo a Fairfax Financial di poterle acquistare e quindi iniziare la procedura ‘buyout‘ di BlackBerry. Tutto ciò non è accaduto, perciò Fairfax ha comunicato che non acquisterà l’intera società ma che, insieme ad altri investitori, inietterà un miliardo di dollari nell’ambito della revisione di una proposta di investimento. Alcuni operatori avevano anche visto l’offerta di Fairfax come un tentativo di stimolare un’asta ufficialmente inaugurata ad agosto. Un’asta che però non si è mai materializzata.

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Le conseguenze di questa mossa sono state disastrose, con il titolo a Wall Street che ha sfiorato il -20%, accomodandosi alla chiusura della Borsa a -16,41%, con l’equivalente di 6,49 dollari ad azione. La brusca marcia indietro ha anche travolto il CEO di BlackBerry Thorsten Heins, che ha lasciato l’incarico a John S. Chen, il quale ha subito effettuato dichiarazioni sul futuro della società e dei prodotti, tranquillizzando i consumatori, gli utenti e i fan più accaniti.

Chen ha alle spalle l’esperienza di aziende in gravi difficolta. Ha salvato Sybase dalla bancarotta, sotto la pressione della concorrenza nei database da parte di Oracle, Microsoft e Ibm. L’azienda fu poi ceduta alla tedesca Sap nel 2010, quando lui lasciò il suo incarico. Adesso avrà tra le mani una sfida semmai ancora più drammatica: BlackBerry.

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