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Con Google Search solo il 13% sono veri risultati

Search dovrebbe essere il cuore di Google, giusto? Ma un imprenditore ha sottolineato che il design del motore di ricerca da un po’ di tempo a questa parte non sembra riproporre risultati di ricerca così organici.
Aaron Harris, co-fondatore e CEO di Tutorspree,  ha testato la ricerca Google cercando “meccanico per auto” analizzando il numero di pixel di ogni parte della pagina occupata. Il risultato è stato che solo il 13% dei risultati è genuino rispetto parola chiave mentre il resto è pubblicità o altro.

Aaron_harris_CEO_tudorspree
Nel suo blog, Harris, ha quindi condiviso il suo pensiero su questa scoperta:
“Google sta costruendo una nuova versione del motore di ricerca che l’ha reso grande. Questa volta, tuttavia, è un motore di ricerca esclusivo che privilegia il giardino dei prodotti Google. Se si compete con Google in qualsiasi modo si finisce nel suo mirino e le vostre chance di avere un posto alto in classifica sono praticamente nulle. ”
Con il suo discorso, oltre l’evidenza delle probabilità, Harris sottolinea e ribadisce che Google si è evoluto come motore di ricerca rastrellando solo nel 2012 i più introiti pubblicitari di tutte le pubblicazioni degli Stati Uniti messe insieme”.

Aaron_harris_ricerca_risultati_organici

L’attenzione di Aaron si è concentrata sulla parte superiore della schermata iniziale (notate la foto qui sopra); il resto dei sui 13 pollici di schermo era formato da prodotti Google: il 29% con AdWords, il 17% nella la barra di navigazione e il 7% con una mappa Google dei risultati locali. Per Aaron, Google regnum insomma ma non certo con risultati organici bensì con tante pubblicità. In un altro test che ha condotto, ricercando “ristorante italiano”, Harris calcola che solo il 7% dello spazio sullo schermo era effettivamente occupato da risultati utili. Sul cellulare la situazione era addirittura peggiore dato che la ricerca di “cucina italiana” aveva prodotto lo 0% di risultati organici, almeno non prima di aver scorso ben quattro pagine.

Si sa, negli ultimi anni gli investimenti pubblicitari su Internet sono cresciuti molto: che Google allora stia sacrificando l’indicizzazione (di merito) delle pagine nella ricerca a favore dei suoi prodotti/sponsor? Provate a testare la teoria di Aaron Harris e fateci sapere nei commenti se i vostri risultati sono gli stessi.

fonte | mashable

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