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Attentato Boston: quando Google ti aiuta a cercare i tuoi cari

Nonostante l’uomo venga considerato “specie più evoluta del pianeta” c’è chi, per motivi religiosi o per altri assurdi ideali, si diverte ad ammazzare poveri innocenti durante una manifestazione sportiva. Stiamo parlando ovviamente della maratona di Boston, gara storica macchiata oramai dal sangue. Tre vittime, tra cui un bambino di 8 anni, e oltre 140 feriti, di cui almeno 19 gravi. Oltre 10 le amputazioni. Questo è il “bollettino medico” dell’accaduto, quest’ultimo destinato ad aggravarsi con il passare delle ore.

Ma ripercorriamo quanto successo: diversi ordigni sono stati fatti esplodere proprio in prossimità del traguardo. Le autorità ne hanno trovati anche altri, fortunatamente inesplosi. Due esplosioni nel giro di pochi secondi hanno scatenato il panico tra la folla. In queste occasioni scatta una molla nella testa che fa pensare subito al peggio. Per fortuna la tecnologia ha aiutato i presenti e i loro famigliari. No, non mi riferisco ai reporter improvvisati che hanno tirato fuori i loro smartphone per immortalare scene di sofferenza da condividere su chissà quale social network, ma bensì a Google.

Person Finder

L’azienda di Mountain View ha subito messo a disposizione un servizio “cercapersone” che ho da subito ritenuto geniale. Nulla di complicato o dannatamente pesante. Due pulsanti: “Sto cercando qualcuno” e “Ho informazioni su qualcuno”. Queste informazioni, inserite dagli stessi utenti, hanno permesso a molti amici e parenti di conoscere lo stato di salute dei propri cari presenti alla maratona.

Brava Google.

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