Cresce la Nomofobia, ovvero la paura di dover rinunciare al proprio smartphone, e quindi anche ad un collegamento ad Internet, quando si è fuori casa. Stando ad una ricerca condotta in California da Securenvoy, ben il 70% delle donne soffrono di tale fobia, il 61% per gli uomini.
Ma come si può riconoscere tale fobia? Secondo la dottoressa Elizabeth Waterman, i segnali sono chiari e ricordano molto da vicino quelli delle dipendenze da sostanze:
Il nomofobico non posa mai lo smartphone, lo utilizza in ogni contesto senza preoccuparsi di dove sia, compreso il tempo che si impiega in bagno. Generalmente l’afflitto da questa dipendenza è giovane: Securenvoy localizza un 77% dei nomofobici tra i 18 e i 24 anni e un 68% subito dopo, nell’età tra i 25 e i 34. La Nomofobia può apparire un problema di lieve entità, ma si tratta in realtà di una questione sociale rilevante. In Corea del Sud, il governo stima che la smartphone addiction coinvolga 2,55 milioni di persone, attaccate ai dispositivi per oltre otto ore al giorno. Tra i centri specializzati per la riabilitazione a Newport in California c’è il Morningside Recovery Center, un polo per le dipendenze digitali che registra un boom delle casistiche. In linea con quanto rilevano sondaggi e indagini, tra cui quella di Time, in cui si rileva consistenza di dati con altre ricerche, e un dato curioso: il 50% del campione ammette di dormire tenendo nel letto un cellulare.
fonte | Repubblica