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Il primo Grande Fratello scientifico

Otto scienziati, il 26 settembre 1991, entravano nella Biosfera 2 dove sarebbero rimasti ben due anni, allo scopo di vedere se l’uomo possa sopravvivere in un ambiente artificiale autosufficiente, stile Grande Fratello odierno.

La Biosfera 2 è un enorme complesso di serre, di poco più di 15mila metri quadrati, nel deserto dell’ Arizona. Questa struttura, completamente sufficiente dal punto di vista del rifornimento energetico e idrico, è stata realizzata tra il 1987 e il 1991 dagli ingegneri della Space Biosphere Ventures (Sbv) e ideata John Allen. La Biosfera 2 era stata ideata e costruita per di capire se l’uomo, una volta arrivato per esempio su Marte o su un altro pianeta, avrebbe potuto realizzare un ambiente abitabile autosufficiente, nel quale aria, acqua e rifiuti erano riciclati completamente.

In puro stile Grande Fratello, non fu un’esperienza facile, come ricorda Jane Poynter, una degli otto scienziati nel suo racconto ai Ted Talks. La prima cosa a cambiare fu la dieta, ricca di nutrienti e povera di calorie (l’80% degli alimenti erano prodotti all’interno della serra), che ha portato a una perdita del 16% del peso iniziale. Per un intero anno, prima che il corpo si abituasse al nuovo regime, i biosferiani lamentarono una fame insaziabile.

Il secondo problema, decisamente più grave, fu una costante e significativa riduzione dei livelli d’ ossigeno, dal 20 per cento (quanto ve ne è nell’atmosfera terrestre), al 14 per cento dopo circa un anno, pari a quello che si trova a un’altitudine di circa 5mila metri sul livello del mare. Gli scienziati soffrivano di apnea notturna e debolezza cronica. Nel gennaio del 1993 la Sbv è costretta a pompare ossigeno all’interno della Biosphere 2, compromettendo di fatto la sperimentazione.

Ma dove era finito tutto l’ossigeno? E perché non si era verificato un corrispondente aumento dell’ anidride carbonica? Non v’era traccia di nessuno delle due. Dopo mesi di analisi gli scienziati scoprirono che il primo era stato catturato dai batteri presenti nel suolo, mentre la seconda era stata assorbita dal cemento presente nelle fondamenta. La costante diminuzione d’ossigeno fu il primo segnale di fallimento della sperimentazione, seguita dalla morte di quasi tutti i vertebrati presenti e di molti altri animali, molti senza causa apparente. La conclusione a cui arrivarono gli scienziati fu che l’ecosistema terrestre è molto più complesso e delicato di quanto avevano immaginato.

Anche dal punto di vista mentale la sfida fu impegnativa: dopo i primi mesi, l’isolamento e la convivenza forzata minarono i rapporti interpersonali, fino a raggiungere talvolta livelli di irritabilità e intolleranza quasi insopportabili. Arrivati al 22 settembre 1993, gli otto scienziati non avrebbero resistito un altro giorno dentro Biosfera 2, e furono tutti più che entusiasti di uscire. Tuttavia non si aspettavano il trauma da ritorno sulla Terra: dopo due anni trascorsi in un luogo così ristretto e purificato prima di riuscire a sopportare odori artificiali come profumi o deodoranti, a riconoscere i sapori e a smettere di provare un forte senso di smarrimento causato dal ritrovarsi in un ambiente immenso furono necessarie diverse settimane.

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