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I primi cristiani furono perseguitati: ma perché?

L’impero romano, padrone nel I secolo d.C. di buona parte del mondo conosciuto, considerò il cristianesimo come una minaccia alla sua stabilità. La persecuzione dei cristiani, che non volevano rinunciare alla loro fede, prese avvio con Nerone, che li accusò dell’incendio di Roma (64 d.C.), e raggiunse il culmine sotto l’imperatore Decio, nel 250, che si era autoproclamato dio.

I cristiani che si rifiutarono di riconoscerlo vennero brutalmente messi a morte, bruciati vivi o gettati in pasto alla belve nelle arene. Le celebrazioni liturgiche venivano professate in segreto dai cristiani nelle catacombe, gallerie sotterranee usate anche come cimiteri. Con l’editto di Costantino, promulgato nel 313, i cristiani poterono finalmente professare liberamente la loro fede.

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