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Jupp Heynckes e il nuovo Bayern tutti per uno e uno per tutti: i bavaresi possono tornare grandi?

Heynckes

A Monaco di Baviera si cercava la normalità. Almeno la normalità come la intendono da quelle parti, ovvero un tecnico che parli tedesco e che conosca bene la storia del club. Le ultime due esperienze internazionali con Guardiola prima e Ancelotti poi, hanno lasciato nell’ambiente Bayern più dubbi che sorrisi. I titoli sono arrivati (inevitabili quando si ha una squadra di questo livello) però tra società, squadra e tifosi non c’è stato mai quell’idilio tipico dei giorni migliori. E i giorni migliori a Monaco di Baviera hanno annone e un cognome: Jupp Heynckes!

Ai calciatori del Bayern Monaco non serviva un altro allenatore, serviva un vero padre

Con 72 anni di età, martedì scorso ha battuto il record di tecnico più anziano della Champions League. Solo un dettaglio però, perchè Heynckes ha ancora la voglia e la passione di un ragazzino. Al Bayern Monaco serviva lui per riportare la pace. Ancelotti è un tecnico che di solito viene molto amato dai suoi calciatori, ma in questo caso il suo lasciare troppa libertà ai giocatori, lo ha fatto apparire come un allenatore poco appassionato e troppo passivo. Ai calciatori del Bayern Monaco non serviva un altro allenatore, serviva un vero padre. Un papà capace di usare sia il bastone che la carota, bravo nel seguire i suoi ragazzi dandogli delle regole ben precise. Non dimentichiamoci che siamo in Germania, qui le regole fanno parte dell’educazione e delle crescita di ogni individuo. Se non vengono date regole, i rapporti vengono compressi già in partenza.

Heynckes
Jupp Heynckes con i 4 titoli vinti in stagione nel 2013.

Cambio di mentalità – Jupp Heynckes non ha la bacchetta magica ma ha dal canto suo ben 1227 panchine in carriera e un’esperienza di oltre 14 anni come calciatore professionista. Tutto questo fa si che il tecnico di Mönchengladbach riesca come pochi ad entrare nella testa dei suoi calciatori. Appena tornato al Bayern Monaco (per la quarta volta in carriera), Heynckes ha parlato singolarmente con ogni calciatore. Ha capito cosa andava bene e cosa no, ha cercato subito di trovare la chiave giusta per ripartire. Prima di tutto ha imposto le sue regole, come il rispetto tassativo degli orari e l’obbligo di salutare tutti quanti ogni mattina, dalla segretaria fino al Presidente. E poi, quello che si aspettavano da lui un po’ tutti quanti, ha rimesso subito la vecchia guardia al centro del suo progetto. Cosi i vari Thomas Müller, Arjen Robben, Franck Ribery ma anche Coman e Javi Martinez, hanno riavuto i loro ruoli e la loro disposizione preferita in campo, il 4-2-3-1. Proprio lo spagnolo, “sacrificato” in difesa per anni, è tornato ad essere la chiave tattica di Heynckes a centrocampo. Il suo calcio è molto semplice ma efficace, punta molto sul pressing alto e sulla velocità dei movimenti. Basta con la miriade di passaggi del Guardiolismo e in parte anche della gestione Ancelotti. Adesso si torna a verticalizzare, ad avere sempre almeno 4/5 uomini in area di rigore. Tutto qui, niente di che. A questo poi si  aggiunge la psicologia, perché la testa di un calciatore è sempre più importante di tutto.

Bayern Monaco – Celtic 3-0, Champions League – VIDEO 

Molti credono addirittura di poter ripetere lo straordinario cammino del 2013, quando il club bavarese conquistò il triplete. Thomas Müller, uno dei suoi “figliocci”, è tornato a segnare e sorridere come non faceva da ormai due anni: “Vedo in lui la passione e la voglia di 4 anni fa, lui ci motiva e ci carica come nessuno”, sono state le parole al miele dell’attaccante tedesco. A queste fanno eco quelle di Hummels: “Siamo in grande crescita, nulla è precluso”, e quelle di ogni tifoso del Bayern Monaco. Il suo ritorno ha messo sotto pressione anche i rivali del Borussia Dortmund, che dopo il suo arrivo hanno iniziato a zoppicare vanificando subito i 5 punti di vantaggio sui biancorossi. Adesso tutto è tornato fattibile, anche perchè con lo scontro diretto in calendario il 4 novembre prossimo, il Bayern potrebbe tornare subito in testa alla Bundesliga. Restano ancora da limare i “problemi” legati all’inserimento di James Rodriguez, calciatore che non sta rendendo come dovrebbe e che il “gruppo” fatica ad integrare. Non si può sprecare il suo talento in panchina, anche perchè il colombiano è costato oltre 50 milioni di euro. E se il Bayern tornasse competitivo anche in Europa? Al momento almeno tre squadre sembrano essere più avanti, ma la storia insegna che quando una squadra trova serenità, voglia di lottare e unità di intenti, può sopperire anche a qualche mancanza tecnica. E il mago Jupp, nella sua lunghissima  carriera, di “miracoli” e magie ne ha fatte tante.

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