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Il 2016-2017 Borussia Mönchengladbach: poche gioie ma solide basi per il futuro

Borussia

Si è chiusa con il nono posto finale la stagione in Bundesliga del Borussia Mönchengladbach, che dunque ha fallito l’accesso alle competizioni europee, dopo due anni consecutivi nei quali aveva raggiunto la fase a gironi della Champions League. La stagione dei fohlen non può in ogni caso essere considerata negativa, soprattutto per quanto riguarda la seconda parte, e proprio dalle note positive di questo lungo anno la squadra renana dovrà ripartire da luglio in poi, per tornare da subito a lottare per le prime posizioni.

L’inizio:

Il 2016-2017 del Gladbach inizia da Berna, dove si svolge il preliminare di Champions League, raggiunto pochi mesi prima dopo una splendida cavalcata primaverile; alla guida della squadra il confermato Schubert, capace a fine 2015 di prendere in mano una squadra scioccata tanto dalla partenza negativa quanto dall’addio di Favre, e di portarla al quarto posto finale in campionato, risultato assolutamente inaspettato a Natale. L’esordio nella coppa dalle grandi orecchie è una passeggiata, con gli svizzeri travolti 3-1. Nella settimana successiva arrivano poi altre tre vittorie, prima in DFB Pokal, poi contro gli svizzeri al ritorno, demoliti con sei reti, ed infine col successo in extremis nella prima di Bundes grazie al sigillo di capitan Stindl. Il tedesco ex Hannover aveva infatti da poco ricevuto la nomina e la fascia di capitano, dopo gli addii di Stranzl, ritiratosi, e Xhaka, partito in direzione Londra sponda Arsenal. Oltre a loro i fohlen avevano perso anche Brouwers, Hrgota e Nordtveit, sostituiti da Strobl, Benes e Vestergaard, oltre al ritorno a titolo definitivo del tanto amato Kramer.

L’avvio positivo di stagione ha avuto però vita breve, perché già da settembre i puledri hanno evidenziato molti problemi, soprattutto la fragilità in trasferta, da sempre un punto debole, e la mancanza di vere alternative in panchina, che si rendevano necessarie per affrontare al meglio le tre competizioni stagionali. I ko contro il Manchester City e il Barcellona, oltre alla disfatta contro lo Schalke, hanno complicato da subito il cammino sia in patria che in Europa, ma la vittoria di Glasgow contro il Celtic ha quantomeno indirizzato la qualificazione all’Europa League, in un girone che con inglesi e spagnoli aveva poche chance di regalare gioie ai tifosi tedeschi. Nel frattempo anche dal punto di vista del gioco il Borussia faceva un passo indietro, alternando prestazioni strepitose ad altre di gran lunga più negative, soprattutto lontano dal Borussia Park, dove comunque i tre punti, a differenza dell’anno precedente, non erano certo la regola.

Un freddo e triste autunno:

Tra ottobre e dicembre la situazione si è fatta molto complicata, con appena tre vittorie, maturate in ogni competizione, ma che hanno relegato il Borussia nella parte bassa della classifica di Bundes, ricacciata indietro con la soffertissima vittoria dell’11 dicembre contro il Mainz, sconfitto da un fortunoso gol di Christensen, un altro di quei giocatori il cui rendimento era nettamente calato rispetto ai mesi finali della passata stagione. La panchina di Schubert, come ovvia conseguenza, ha cominciato a traballare, e l’allenatore dalla felpa verde non ha di certo aiutato la situazione, proponendo spesso formazioni insolite e con giocatori fuori ruolo; a sua discolpa sicuramente i tanti infortuni, che hanno tenuto fuori nel corso dei mesi tanti titolari, Raffael su tutti, ma la sensazione che si aveva era quella di una squadra senza capo ne coda, sempre più incapace di creare gioco e troppo spesso limitata da errori banali.

L’addio e il benvenuto:

L’epilogo, ormai scritto, arriva nell’ultima dell’anno, quando i fohlen vengono sconfitti in casa dal modesto Wolfsburg, chiudendo il 2016 nella parte bassa della classifica, a rischio retrocessione e senza più un’identità di gioco. La soluzione, improrogabile, è quella dell’esonero di Schubert, che lascia quindi dopo un anno e tre mesi di grandi soddisfazioni dal punto di vista dei risultati, ma che paga l’inesperienza ad alti livelli e un rapporto d’amore mai veramente sbocciato con l’ambiente.

La lunga pausa invernale permette alla dirigenza di scegliere con relativa calma, ma dopo pochi giorni viene annunciato l’arrivo di Hecking, esonerato pochi mesi prima poco dal Wolfsburg. Una scelta abbastanza logica quella di puntare su un allenatore esperto, ma anche la consapevolezza di poter continuare il percorso tecnico tracciato negli ultimi anni, visto che anche il nuovo arrivato è un amante dello spettacolo, e a Mönchengladbach, si sa, il pubblico ha imparato negli ultimi anni ad essere davvero esigente. Il mercato di gennaio, come spesso accade in Bundesliga, non lascia grosse tracce, tranne l’arrivo dell’impronunciabile centrale ex Siviglia Kolodziejczak, che va a rimpinguare numericamente una difesa limitata anche dall’addio al calcio di Alvaro Dominguez, che dopo due stagioni travagliate appende gli scarpini al chiodo, distrutto anche emotivamente dai cronici problemi alla schiena.

La ripresa e il sogno europeo:

L’avvio di 2017 è strepitoso quanto inaspettato, con i fohlen che ritrovano gioco, organizzazione difensiva e lucidità sottoporta; dopo il pari a reti bianche di Darmstadt, che chiude il girone d’andata, arrivano le vittorie di Leverkusen, splendido 2-3 in rimonta, Brema e Furth in DFB Pokal, inframmezzate dalla netta affermazione interna col Friburgo. Risultati che permettono un’immediata risalita in classifica, l’allontanamento dalle zone paludose della retrocessione e soprattutto un innalzamento generale del livello di morale della squadra, che arriva a giocarsi i sedicesimi di finale di Europa League nel momento migliore della stagione: l’avversario di turno è la Fiorentina, squadra forte e soprattutto abituata alla competizione, e si vede parecchio nell’andata del Borussia Park, quando un gol strepitoso di Bernardeschi regala il successo ai viola, dopo che i tedeschi avevano provato in tutti i modi a bucare la rete avversaria. Un risultato tanto immeritato quanto pesante, che mette i fohlen con le spalle al muro in vista del ritorno di Firenze: in terra Toscana, con il solito, ammirabile, esodo dei tifosi bianconeroverdi, la partita si presenta già come una montagna molto ardua da scalare, e la prima mezzora non fa che abbattere le speranze ospiti, con la Fiorentina avanti 2-0 e completamente padrona del gioco.

L’ultima partita della stagione contro il Darmstadt – VIDEO 

La svolta della serata però doveva ancora palesarsi, ed arriva proprio allo scadere del tempo, quando Stindl trasforma il rigore del momentaneo 2-1; sembra comunque un’impresa impossibile, ma l’avvio di ripresa è qualcosa di epico che resterà per sempre nella storia del Borussia: in quindici minuti infatti i fohlen ribaltano completamente la situazione, con Stindl che segna una tripletta e Christensen che chiude i giochi con il 2-4 finale, risultato che regala qualificazione e una notte europea che i tifosi sognavano da anni.

La fine del sogno:

Le settimane successive sono quanto di meglio ci si possa aspettare, con il Borussia che torna ad essere travolgente e batte in fila Ingolstadt, Amburgo nei quarti di coppa nazionale e Schalke con un netto 4-2, nel primo di una serie di tre incontri con i knappen, sorteggiati come avversario negli ottavi di Europa League. La prima sfida, giocata in trasferta, si conclude con un pareggio per 1-1, un risultato che sta più stretto ai padroni di casa, ma nel complesso giusto. Il ritorno, il 16 marzo, è però fatale ai fohlen, che vanno al riposo sul 2-0 ma subiscono nella ripresa la rimonta dello Schalke, che pareggia grazie ad un rigore inesistente e festeggia grazie ai due gol segnati in trasferta; una beffa atroce per il Gladbach, che esce così senza nemmeno perdere un match, e deve dire addio alle speranze di raggiungere Stoccolma.

La resa:

Il contraccolpo è forte, e anche in campionato il Borussia stecca, complice anche una serie di infortuni numerosissima, che obbligano Hecking a schierare spesso gli unici giocatori disponibili; la rincorsa all’Europa, seppur non abbandonata del tutto, diventa sempre più difficile, e le sconfitte con Hoffenheim e Dortmund, arrivate dopo la meravigliosa vittoria esterna nel derby col Colonia, tarpano definitivamente le ali a Stindl e compagni, che nel frattempo apprendono anche la notizia del passaggio di Dahoud proprio all’altro Borussia, divenuto ufficiale dopo una serie di rumors che si rincorrevano da mesi.

L’ultimo traguardo, importantissimo e a suo modo storico nell’ultimo decennio, sarebbe la finale di Coppa di Germania, ma prima bisogna passare dalle forche caudine dei rigori, un esito ingiusto dopo che nel match contro l’Eintracht Francoforte il Borussia domina per 120’ e assedia senza risultato l’area avversaria; l’epilogo dagli undici metri è il peggiore possibile, e a fare festa sono gli ospiti, che voleranno a Berlino per la finale di sabato, mentre il Gladbach rimane ancora una volta con nulla in mano, e per la seconda volta in poche settimane saluta una coppa senza nemmeno venire sconfitta.

Il futuro:

Le ultime quattro giornate della stagione si rivelano ininfluenti, e il 2-2 casalingo contro il Darmstadt ha solo lo scopo di mostrare ai tifosi la nuova maglia per la stagione 2017-2018; una stagione che ripartirà ancora da Hecking, che nonostante tutte le avversità si è rivelato tecnico ideale per condurre una squadra dal potenziale immenso ma ancora molto inesperta; ci sarà, e per fortuna, il direttore sportivo Eberl, che nonostante le lusinghe provenienti da Monaco ha scelto di restare nella sua Mönchengladbach, per continuare il percorso di crescita iniziato negli ultimi anni. Non ci sarà sicuramente Dahoud, troppo spesso appesantito dalle voci di mercato e mai veramente determinante nelle partite decisive, e mancherà probabilmente Christensen, nonostante il Borussia stia facendo di tutto per trattenerlo: il forte centrale danese partirà per il ritiro col Chelsea di Conte, ma chissà che ad agosto non possa tornare ad affiancare il connazionale Vestergaard, un altro che si è meritato sul campo, dopo un avvio stentato, la conferma. Per il resto la rosa potrebbe variare poco, ma sicuramente qualche nuovo giocatore arriverà, con la speranza che il giovane Benes, spesso impiegato nelle ultime settimane, possa davvero essere il futuro del centrocampo dei puledri.

Nel complesso, come detto, la stagione appena terminata non può certo considerarsi negativa, anche se un piazzamento europeo l’avrebbe resa sicuramente indimenticabile. Certo, è mancato l’acuto, il guizzo decisivo, ma se si guardano le tante, troppe avversità che si sono via via manifestate nei mesi, non si può certo non applaudire una squadra, ed una società, che ha chiuso al nono posto in classifica dopo che a Natale in molti vedevano sempre più vicino lo spettro della retrocessione.

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