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Alvaro Dominguez, un addio al calcio triste tra rimpianti e veleni

Dominguez

Sono passati ormai tre giorni dall’annuncio del ritiro di Alvaro Dominguez, una notizia che ha colpito profondamente i tanti tifosi del Borussia Mönchengladbach, ma anche moltissimi appassionati di calcio, sconfortati dalla decisione presa dopo due anni difficili dall’ormai ex difensore spagnolo. A 27 anni è difficile immaginare che la carriera di un giocatore possa già terminare, ma purtroppo per l’ex Atletico Madrid non c’è stato nulla da fare, ed anzi il ritiro, divenuto ufficiale solo martedì, era di fatto già nell’aria da mesi, così come ha confermato anche Max Eberl, direttore sportivo dei fohlen.

Alvaro Dominguez, spagnolo della capitale, aveva iniziato la sua carriera con la maglia delle merengues, salvo poi trasferirsi ai cugini dell’Atletico: con i colchoneros ha fatto tutta la trafila delle giovanili, prima di essere promosso in prima squadra nel 2008, anno nel quale ha esordito sia in Liga che in Champions League, disputando la sua prima in campo europeo contro il Liverpool di Gerrard; da quel momento Dominguez ha vestito la casacca biancorossa per altri quattro anni, fino alla fine della stagione 2011-2012, collezionando settantasei presenze in Liga, e partecipando attivamente alla conquista di due Europa League e una Supercoppa Europea, oltre a trionfare con l’Under 21 del suo paese nell’Europeo di categoria del 2011, prendendo poi parte anche alle Olimpiadi di Londra.

Proprio nell’estate olimpica Alvaro Dominguez ha lasciato Madrid e l’Atletico dopo 11 anni, firmando con il Borussia Mönchengladbach, approdando in Bundesliga con un palmares di tutto rispetto per un ventitreenne; con i fohlen lo spagnolo ha subito trovato il giusto feeling, aiutato anche dalla sua capacità, e caparbietà, nell’imparare in breve tempo una lingua ostica come il tedesco. Sotto la guida di Favre, e nella prima parte della scorsa stagione di Schubert, lo spagnolo ha collezionato 81 presenze nel massimo campionato tedesco, condite da tre gol, due dei quali nei suoi primi mesi in Renania. Con i puledri si è tolto grosse soddisfazioni, e nonostante il reparto difensivo fosse spesso il meno curato della squadra tedesca le sue prestazioni gli sono valse l’amore della gente e la fiducia dei compagni, che ne hanno fatto uno dei leader negli anni che hanno visto la rinascita della squadra che stupiva il mondo quarant’anni prima.

Lo scorso inverno però Dominguez si è fermato definitivamente dopo una serie di piccoli stop, e a causa di un persistente e dolorosissimo infortunio alla schiena ha dovuto abbandonare momentaneamente il calcio; purtroppo però, quella che avrebbe dovuto essere una sosta di media durata si è trasformata in un calvario, col centrale che non è più riuscito a recuperare, finendo pian piano distrutto, almeno fisicamente, dall’infortunio. Gli ultimi mesi hanno fatto maturare in lui una decisione difficile da prendere, ma che è rimasta l’unica plausibile per non peggiorare ancor di più una situazione molto critica; l’annuncio di martedì, arrivato alla vigilia della trasferta di Barcellona, non ha colto impreparati i compagni, che già da tempo sapevano quale sarebbe stato l’epilogo, ma che non ha impedito di testimoniare con gesti parole l’onore e il piacere che è stato per loro giocare a fianco di un grande giocatore.

VELENI – Purtroppo il suo addio non è stata una favola come si sperava. Dominguez infatti, tradito forse dalla delusione per un ritiro dal calcio arrivato troppo presto, in un’intervista al quotidiano spagnolo Marca ha lanciato gravi accuse al Borussia. L’ex centrale dei Fohlen ha infatti dichiarato che molte colpe sul sul ritiro sono da attribuire al suo vecchio club, che lo costrinse a giocare quando non era pienamente ristabilito, ponendolo così ad uno sforzo eccessivo che lo ha danneggiato ancora di più. Oltre a questo, Dominguez ha accusato lo staff medico di non averlo curato a dovere e di avergli chiesto anche il contro dell’osteopatia e di tutte le cure mediche necessarie alla soluzione del suo infortunio. Accuse gravi, che naturalmente la società non si è fatta scivolare addosso e tramite il suo dg, Max Eberl, ha rispedito al mittente lasciando però aperta la porta per un futuro perdono. “Le dichiarazioni di Alvaro sono molte dure e non le comprendiamo” – ha dichiarato Eberl – “Capiamo che è un momento difficile, soprattutto per la difficile decisone che ha dovuto prendere. Mi preme però dire che tutto il corpo medico così come il club, hanno fatto di tutto per aiutarlo quando era nelle nostre mani. E questo sarà così anche in futuro, noi siamo qui per Alvaro, qualsiasi cosa gli serva”.

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