Cerca
Close this search box.
Cerca

L’infinito Aduriz ha stregato la Spagna, a 35 anni El Zorro ha trovato la sua rivincita

Aduriz

 

Ci vuole testardaggine e un’immensa passione per lo sport per arrivare ad essere uno dei migliori centravanti europei a 35 anni. Sarà forse perchè da bambino, all’età di 9 anni, Aritz Aduriz era destinato ad una grande carriera come sciatore di fondo, uno sport dove senza sacrificio e sofferenza non si va da nessuna parte. L’educazione al “dolore” agonistico, gli ha fatto superare tanti momenti difficili riportandolo inaspettatamente ad essere amato e osannato da una nazione intera. “Sono uno testardo”, ha ammesso Aduriz in una recente intervista, quando raccontò di aver sempre disobbedito  da piccolo ai suoi genitori che non volevano che giocasse a calcio.

Invece nella sua San Sebastian, Aduriz andava sempre a vedere gli allenamenti della Real Sociedad sognando di essere un giorno un calciatore professionista. Altro che sci di fondo o snowboard, il suo cuore batteva forte solo quando sentiva il boato dello stadio Anoeta. Il suo primo campo da gioco fu però la spiaggia de La Concha, dove il giovane Aduriz aspettava che si ritirasse l’acqua dell’oceano per giocare a calcio sulla sabbia insieme ai suoi amici. I suoi primi passi su un campo vero li mosse nell’Antiguoko, squadra giovanile di San Sebastian dove Aduriz conobbe e giocò tra gli altri con Iraola, Mikel Arteta e i fratelli Mikel e Xabi Alonso, tutti ragazzi nati a Donostia nel 1981 e che sarebbero poi diventati grandi campioni. Iraola lo incontrò nuovamente nell’Athletic Bilbao, la squadra della sua vita. Nonostante fosse nato nella città rivale, il club biancorosso è stato sempre nel suo cuore. Pianse quando l’Athletic fu costretto a venderlo nel 2008 perchè bisognoso di soldi e lottò per riabbracciarlo nel 2012 quando a 31 anni firmò un contratto di 3 anni quasi in bianco.

Aduriz
Aduriz festeggia la Supercoppa vinta in finale contro il Barcellona. E’ il suo primo titolo.

Neanche uno come lui però, si baserebbe immaginato di vivere un finale di carriera così esaltante: prima trascinò l’Athletic in Champions League dopo 16 anni di assenza con una doppietta al Napoli nel preliminare, poi siglò ben quattro gol al Barcellona nella finale della Supercoppa di Spagna (primo trofeo dopo 31 anni per il club vizcaino) e infine realizzando in questa stagione 17 reti in 26 partite di Liga a 35 anni, in totale 30 gol stagionali fino ad ora. La botta al vola al Velodrome di Marsiglia in Europa League, ha stregato persino i tifosi francesi. Nel campionato più spettacolare al mondo, quello dove giocano Messi e Cristiano Ronaldo, il marcatore spagnolo più prolifico è un ragazzone classe 1981. Alla sua età, solo un altro calciatore aveva realizzato 17 reti in Liga: era Ferenc Puskas, uno che segnò oltre 1000 gol in carriera. Quasi un terzo dei suoi gol sono realizzati di testa. A chi gli chiede perchè sia così bravo nel gioco aereo, Aduriz ricorda il suo passato: “Giocare per anni nella seconda divisione B dei paesi baschi, dove la palla tocca raramente il suolo, mi ha aiutato a giocare meglio con la testa che con i piedi”.

I sacrifici spesso portano alla gloria e Aduriz ha trovato oltre a quella anche l’amore di un intero popolo. Ovunque vada con il suo Athletic, il pubblico grida “Aduriz in nazionale”. Per chi ha vestito la maglia della Roja solo per 15′ nella sua carriera ormai sei anni fa, non poteva esserci riconoscimento più grande. D’altronde “El Zorro”, così lo chiamano i suoi tifosi, sta riscrivendo la sua vita come un reale Benjamin Button. E’ sempre stato un calciatore di talento Aduriz, ma mai era stato così decisivo e letale sotto porta come in questi ultimi anni.

Al massimo segnò 18 reti in una stagione nel suo girovagare tra Valencia, Bilbao, Maiorca e Valladolid. “I tecnici che ho avuto mi hanno sempre detto di essere poco egoista”, ha dichiarato spesso l’attaccante basco. Tre anni del genere però, non potevano sfuggire neanche al c.t. spagnolo Vicente De Bosque, che adesso sta valutando davvero la sua convocazione in nazionale a furor di popolo. In tante interviste il tecnico campione d’Europa in carica lo elogia definendolo “il prototipo dell’attaccante moderno”. Considerando le stagioni non esaltanti dei vari Alcacèr, Diego Costa e Morata, Aduriz potrebbe davvero sperare di volare in Francia con la Roja. Un miracolo sportivo che si può spiegare solo accendendo il cuore. El Zorro ci crede anche se non ne parla mai apertamente: “Non si finisce mai di imparare, ogni giorno lavoro per migliorare e nella mia vita sono diventato bravo sempre più tardi degli altri”, commenta Aduriz quando gli chiedono della sua probabile convocazione.

La fantastica tripletta al Barcellona di Aritz Aduriz – VIDEO 

I suoi compagni di squadra sono pazzi di lui, giocano per lui e traggono ispirazione dalla sua testardaggine. Non ha forse intorno a sé il mito di Julen Guerrero ma la gente di Bilbao lo ama a dismisura. Comunque vada ormai, il giovane sciatore di San Sebastian ha fermato il tempo riprendendosi con gli interessi quello che un’intera carriera non gli aveva dato. Lo ha fatto nella terra, quella dove è stato abbracciato da un intero popolo. La sua terza vita, quella più bella, è anche quella del riscatto. La sua è una storia di abilità e determinazione, con una predisposizione che esalta l’impegno, il quotidiano, più che il risultato o gli obiettivi personali. La sua è una vera storia di sport e di vita.

Condividi

Altre news