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INTERVISTA ESCLUSIVA. Raffaella Manieri: “Io, il calcio e la mia favola al Bayern Monaco”

Maniera Intervista

Se il futuro è donna, allora il calcio non può essere da meno. Sarà per questo che il movimento calcistico femminile ha visto negli ultimi anni una crescita esponenziale senza precedenti. Basti pensare che in solo in Europa nel 2015 sono state tesserate più di 1.208.558 calciatrici, circa lo 0,3% dell’intera popolazione femminile europea. Ormai sono 54 le federazioni riconosciute dall’UEFA e nell’ultimo anno sono riuscite a muovere un volume di affari superiore ai 90 milioni di euro, più del triplo dei 27 milioni di euro della stagione 2011/12. Questi numeri non fanno che rafforzare la volontà di un movimento che non vuole rassegnarsi ad un ruolo di secondo piano rispetto al calcio maschile.

La strada sarà lunga ma certamente il cammino è iniziato da tempo soprattutto in nazioni come gli Stati Uniti, la Germania, l’Olanda, la Francia, l’Inghilterra, la Svezia e il Giappone. In Italia purtroppo il movimento femminile è ancora in ritardo rispetto al resto del mondo, anche se negli ultimi anni si è assistito ad un netto rilancio in termini sia numerici che di veri interventi strutturali. Negli ultimi sei anni il numero delle tesserate è cresciuto del 72%, portando il numero delle calciatrici a oltre 22.000. Non ci sono solo i numeri però, perchè il calcio è fatto soprattutto da persone innamorate follemente di questo sport.

Una di queste, pazza d’amore al punto giusto, è certamente Raffaella Manieri, calciatrice di 29 anni emigrata in Germania alla corte del Bayern Monaco. Dopo aver vinto ben cinque campionati tra Verona e Sassari, il difensore pesarese ha deciso di lasciare il Belpaese per abbracciare una nazione in cui il calcio femminile è visto come “una cosa seria”. Non sono passate inosservate neanche in Baviera, 101 presenze e 32 reti segnate con la maglia della Torres, la squadra più forte d’Italia e per cui ha militato per 5 magiche stagioni. Corsa, tecnica e istinto del gol sono le sue caratteristiche, nonostante sia sempre stata un difensore. Ma se gli chiedete quale sia la sua qualità più grande, vi risponderà: “Il sorriso, cerco di non perderlo mai”. Così nel 2013 arriva la chiamata del Bayern, società che con il suo arrivo torna a vincere il campionato per la seconda volta nella sua storia, a distanza di ben 39 anni dall’ultimo titolo.

Cinque campionati vinti tra Sassari e Verona, uno conquistato subito con il Bayern Monaco. Raffaella è un perno fondamentale della nostra Nazionale

Raffaella da quel momento diventa la nostra ambasciatrice di successo all’estero, con il suo sorriso di vittoria ad illuminare Marienplatz in un fresco pomeriggio di giugno. La storia di Raffaella Manieri è di quelle da libro cuore, racconto che da una piccola frazione vicino Pesaro fino ad arrivare alle vittorie in Italia e in Europa. La sua storia può essere da traino e da stimolo per tutto il movimento calcistico femminile italiano, incapace fino a poco tempo fa di lasciare il segno fuori dai confini italiani. Sarà per questo che Raffaella ha deciso di raccontare i suoi pensieri alla redazione di OverPress.it, proprio in un momento in cui anche in Italia le Istituzioni hanno capito che il calcio “può” essere anche donna. C’è sì bisogno di infrastrutture e di investimenti ma allo stesso tempo c’è bisogno della stessa passione e dello stesso amore che Raffaella ha dimostrato nella sua scalata. D’altronde, così raccontava la felicità il poeta Eduardo Galeano: “Come spiegherebbe a un bambino che cosa è la felicità?”. “Non glielo spiegherei”, rispose, “gli darei un pallone per farlo giocare”.

Sei al tuo secondo anno al Bayern Monaco. Pentita? Felice? Rifaresti tutto?
“Sono molto felice di essere al Bayern Monaco e di giocare per questa squadra, che dopo la vittoria dello scudetto l’anno scorso è diventata una delle squadre più blasonate anche nel settore femminile. Rivivrei ogni singolo istante uguale a come l’ho vissuto sia nelle situazioni belle che in quelle meno belle, perchè sono quelle che ti fanno crescere e ti portano a lavorare su te stesso, all’interno, per cercare di scoprire il proprio potenziale e tirarlo fuori”.

Manieri
Raffaella Manieri festeggia la vittoria del campionato con il suo Bayern Monaco.

Cosa ci manca rispetto alla Germania, guardando alla tua esperienza personale?
“Ci manca il sostegno del movimento e delle istituzioni, che però hanno iniziato ad investire e credere in questo sport, nel calcio femminile, per poter mettere le giocatrici nelle condizioni di fare le atlete professioniste e potersi dedicare solamente a questo”.

Stai seguendo un po’ la nostra serie A?
“Si, mi tengo informata sul campionato e poi appena mi è possibile vado volentieri a vedere qualche partita quando torno in Italia”.

Il calcio femminile nel nostro Paese sembra vivere una fase nuova. L’arrivo di Rosella Sensi alla guida del movimento e alcune iniziative importanti come la creazione di un nuovo sito interamente dedicato al Calcio Femminile da parte della LND sembrano andare nella giusta direzione. Che ne pensi?
“Penso che finalmente iniziamo ad esistere e in questa fase qualsiasi iniziativa può portare allo sviluppo del calcio femminile in Italia, quindi ben venga qualsiasi tipo di iniziativa in cui si parla di calcio femminile”.

Manieri - Dante
Raffaella Manieri festeggia il doppio titolo del Bayern con l’ex difensore bavarese, Dante Bonfim.

Abbiamo ancora una squadra in corsa per la UEFA Womens Champions League, il Brescia. Come vedi la squadra italiana contro il Wolfsburg?
“Sicuramente il livello delle due squadre è differente. Il Wolfsburg è in questo momento la squadra più forte in Europa per i risultati ottenuti negli ultimi anni ed il Brescia è una squadra emergente, con giocatrici giovani e di talento ed alle prime esperienze in questa competizione. Sarà un bel confronto per capire quanto, e se, ci sia ancora tanta differenza tra i due movimenti calcistici”.

La finale di UEFA Women’s Champions League a Reggio Emilia è un bel segnale per il movimento italiano…
“Sarà sicuramente una bella cerimonia e per chi non abbia mai visto una partita di calcio femminile, penso che sarà il giusto momento per innamorarsene vista la qualità di gioco e di ritmo che ci saranno”.

Manieri
Raffaella Manieri con il portiere del Bayern e della nazionale tedesca, Manuel Neuer.

Quanta importanza hanno all’interno di uno dei migliori club al mondo come il Bayern Monaco le squadre femminili? E come te ne accorgi?
“Il Bayern monaco negli ultimi anni si è concentrato molto sulla squadra maschile per ottenere determinati risultati, mantenendo il settore femminile ad un livello medio, mentre dall’anno scorso con l’arrivo dello scudetto c’è stato un grosso riconoscimento immediato da parte della società sia a livello mediatico che come maggior supporto a livello di investimenti. La rosa è stata rafforzata e la volontà è quella di affermarsi come miglior squadra di Germania”.

Manieri
Raffaella Manieri con la maglia della nazionale italiana del c.t. Antonio Cabrini.

Che consigli dai a una ragazza giovane che voglia cominciare a giocare a calcio?
“Di giocare in qualsiasi circostanza si trovi, sia con una squadra femminile che con una maschile, di divertirsi, di sognare e di prendere d’esempio le ragazze più grandi che si sono distinti in questo sport o che abbiano raggiunto questo livello per ottenere più consigli possibili”.

Raffaella Manieri Story – IL VIDEO

Lloyd, Miyama, Sasic, Solo, Angered e la nostra Sabatino. Tra queste campionesse c’è anche la tua preferita? A chi si ispira Raffaella Manieri?
“Sono tutte grandi giocatrici, compresa Daniela Sabatino con cui condivido la maglia azzurra e c’è da prendere esempio da tutte per i risultati che sono riuscite ad ottenere. Quando ero piccola io, si vedevano solo partite di calcio maschile ed i miei idoli sono sempre stati Zidane Baggio Del Piero e Pirlo atualmente, tutti attaccanti ahahahahha mi piace molto la fantasia e creatività…”

Lo scorso anno toccò a Carolina Morace entrare nella Hall of Fame di Coverciano mentre pochi giorni fa è stata la volta di Patrizia Panico. Il calcio italiano sta capendo che esistono anche le donne?
“Penso sia un bellissimo riconoscimento fatto a due donne calciatrici che hanno dedicato la propria vita per questo sport in tempi di carestia riuscendo ad affrontare tutte le discriminazioni e gli ostacoli incontrati nel loro cammino con una carriera spettacolare piena di vittorie e record alle spalle”.

Ti manca più il mare della tua Pesaro o quello di Sassari?
“Mi manca più il mare di Sassari e l’aria di casa”.

Il tuo gol più bello?
“Lo devo ancora fare”

Più Messi o più Cristiano Ronaldo?
“Più Messi ma anche Ronaldo è un grande campione.”

Nonostante la distanza non hai dimenticato la tua terra. Ci parli del progetto Pink Arzilla?
“L’idea nasce dalla voglia di dare un contributo importante al calcio femminile, creando un percorso incentrato sul linguaggio comune. Attraverso una programmazione seguita e condivisa da professionisti che hanno un’affermata e cementata esperienza in ambito “Calcio Femminile”, sviluppata da uno staff formato e laureato in scienze motorie in quel di Santa Maria dell’Arzilla, a Pesaro Urbino. Ogni Mercoledì dalle 15.00 alle 17:00, 20 bambine si allenano con entusiasmo nel campo in erba sintetica del Fenile, il calcio deve aggregare, il calcio deve unire, il calcio non deve fare distinzioni, Il Calcio è di tutti e soprattutto è per tutti. La nostra filosofia è una frase di Platone, che sosteneva che si scopre più su una persona in un’ora di gioco che in un anno di conversazione. Il piacere di conoscere se stesso e di essere conosciuti, nei limiti e nelle potenzialità”.

Quando la palla non rotolerà più, quale sarà il futuro di Raffella Manieri?
“Da scoprire…intanto penso solo a proseguire il mio cammino, con sacrificio, passione e spirito di divertimento, cercando di apportare un contributo alla crescita di questo sport in Italia e nel mio Paese”.

Foto © FIGC/Getty Images

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