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La lunga storia dell’Exeter City, dall’amichevole col Brasile fino a Anfield passando per la non-league

Exeter City

Si narra che il 21 luglio 1914, allo stadio Laranjeiras di Rio de Janeiro, la neonata nazionale brasiliana disputò la prima storica amichevole della sua poi gloriosa storia; come avversario, un po’ per casualità ma non troppo, visto quanto considerate erano le squadre inglesi, fondatrici del football, venne scelto l’Exeter City, piccolo club del Devon, nato dieci anni prima, sbarcato in SudAmerica per una serie di amichevoli contro club locali, utili soprattutto a finanziare il club. La partita, che alcune misteriose cronache riportano con il risultato di 3-3, finì invece 2-0 per i verdeoro, che uscirono dal campo acclamati dagli oltre diecimila tifosi presenti nell’allora stadio del Fluminense, esaltando le gesta di una squadra in grado di battere i maestri inglesi.

Exeter Stadium
Il St James Park di Exeter. Lo stadio, inaugurato nel 1904, ha 8.541posti di capacità.

Oggi, poco più di cento anni dopo, la città di Exeter, conosciuta dai fan del pop rock più come il luogo di nascita del frontman dei Coldplay, Chris Martin, con le dovute proporzioni si trova nuovamente protagonista nell’élite del calcio: il City infatti scenderà in campo nel mitico Anfield Road, dove affronterà, nel replay del terzo turno di FA Cup, il glorioso Liverpool; una sfida guadagnata dai ragazzi di Paul Tisdale due settimane fa, quando nella partita disputata al St James riuscirono a fermare l’armata reds, seppur schierata con tanti ragazzini. Nel secolo che è passato tra i due grandi appuntamenti sia il Liverpool che il Brasile hanno maturato successi di ogni genere, divenendo tra le squadre più conosciute al mondo, mentre il piccolo club biancorosso è rimasto più o meno fermo a cent’anni fa, quando già passava non di rado dalle serie professionistiche al calcio dei dilettanti, e quando il colore principale della divisa, poi cambiato dopo un inizio di stagione a dir poco negativo, era il verde.

Nella cittadina fondata al tempo della dominazione romana, che sorge a pochi passi dal Canale della Manica, il football è sempre cresciuto di pari passo con la città, nel secolo scorso importante centro laniero, tanto che lo stadio è stato di fatto costruito a pezzi, inaugurando nuovi settori ogni qual volta i finanziamenti lo consentivano: addirittura, fino al 1920, la lunghezza del terreno di gioco ha creato più di qualche dubbio nelle squadre avversarie, tanto che due grandi del calcio d’oltremanica come Stoke e Reading si rifiutarono di giocare in coppa; l’acquisto del terreno necessario ad allungare il campo fu finanziato da alcuni sponsor locali, mentre fu la cessione del portiere Dick Pym al Bolton a permettere la copertura della Cowshed e la ricostruzione della Grandstand, distrutta da un incendio nel 1925.

Exeter Città
La città di Exeter, nel sud d’Inghilterra, conta circa 120.000 abitanti.

Dopo una serie consecutiva di stagioni in terza serie, durata ben 35 anni, i grecians, soprannome associato a varie leggende locali, che mai nella loro storia sono riusciti a raggiungere la seconda divisione, e che in patria si sono fatti conoscere solo grazie a due quarti di finale di FA Cup, hanno avuto un periodo di forte crisi all’inizio del nuovo secolo: non riuscendo più a rispondere ai grossi debiti contratti, e senza raggiungere risultati tali da permettere grossi finanziamenti da parte di sponsor, la società è stata messa in amministrazione controllata, pratica purtroppo molto diffusa nell’Inghilterra semi professionistica degli ultimi anni. La salvezza, e la successiva rinascita, sono state possibili solo grazie ai tifosi, che hanno di fatto acquistato la squadra con i propri risparmi, e attraverso tante opere di volontariato hanno saputo far riemergere una società ad un passo dal fallimento, anche grazie all’aiuto degli introiti derivanti dalla sfida di FA Cup del 2005, disputata, e pareggiata, all’Old Trafford.

Tifosi Exeter
I tifosi dell’Exeter City, stasera saranno in 6.000 a Anfield Road

Da allora la squadra è caduta ancora più in basso con la retrocessione nella non-league, in Conference, dove è rimasta per ben cinque stagioni; la fine della maledizione si è avverata il 18 maggio del 2008, quando davanti ai 42.000 di Wembley i biancorossi hanno battuto il Cambridge nella finale playoff, riabbracciando il calcio professionistico. Il sogno è continuato per dodici mesi ancora, quando dopo una stagione memorabile Paul Tisdale, già in carica allora, ha conquistato la seconda promozione consecutiva, garantendo alla società l’accesso alla terza serie. Dopo solo due stagioni però, una delle quali resa meravigliosa da una salvezza maturata a pochi minuti dal termine del campionato, il City è tornato a calpestare i campi della League Two, campionato nel quale oggi naviga a vista, a poca distanza dai playoff ma molto lontana dal baratro.

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