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55 volte Maradona: dal Boca al Napoli, passando per le meraviglie di Messico ’86

El Pibe de Oro compie 55 anni; una vita con tantissimi alti e bassi per il fenomeno argentino, idolo di Napoli e non solo. Considerato il più forte giocatore di sempre insieme a Pelè, Maradona ha ricevuto tantissimi messaggi di auguri da parte di colleghi illustri, sportivi e personaggi famosi di tutto il mondo. Mancini, grande estimatore di Diego, ha svelato un piccolo retroscena: “Ho la maglia della sia ultima partita in Italia (Sampdoria-Napoli). Gli faccio gli auguri, spero stia bene. Sicuramente è stato uno dei più grandi, della nostra epoca è stato sicuramente il più grande”. Più polemici invece gli auguri della stampa brasiliana, che rimarcano come il migliore sia ancora Pelè, definendo Maradona “Il più grande giocatore argentino di sempre”. Per festeggiare insieme ai tifosi, Diego ha deciso di aprire un nuovo sito, mentre la notizia che voleva l’apertura del suo account twitter ufficiale si è rivelata un falso.

La lunghissima carriera del Pibe iniziò nell’Estrella Roja, la squadra del padre. A 10 anni il piccolo Diego venne ingaggiato dalle Cebollitas (Cipolline), la squadra giovanile dell’Argentinos Juniors. Il suo primo allenatore non credeva che Maradona avesse solo 10 anni, dato che la sua squadra ottenne più di 100 risultati utili consecutivi con in rosa il fenomeno argentino. A soli 15 anni, da vero predestinato, arrivò l’esordio contro il Tallers in prima squadra, diventandone subito un punto fermo. I primi due gol arrivarono contro il San Lorenzo nello stesso anno, mentre solo due stagioni dopo, nel 1978, Maradona si laureò per la prima volta capocannoniere del campionato argentino. Dopo la vittoria del primo Pallone d’Oro argentino, nell’1980 realizzò il gol che lui ritiene ancora oggi il più bello della sua carriera contro il Deportivo Pereira: dopo aver preso palla a centrocampo, Maradona dribblò tutti gli avversari, portiere compreso, e depositò in rete. Un gol molto simile a quello che segnò più avanti contro l’Inghilterra al mondiale del 1986. Nell’1981 il trasferimento al Boca Juniors, e l’inizio del mito. Nella prima stagione con i gialloblù, Diego segnò 28 reti in 40 presenze, che valsero la vittoria nel campionato. L’anno dopo però causa i problemi economici in cui versava il club, Maradona venne ceduto al Barcellona per un miliardo e duecentomila pesetas.

Un giovane Maradona con la maglia del Boca Juniors.
Un giovane Maradona con la maglia del Boca Juniors.

In blaugrana Maradona dovette fare i conti con numerosi infortuni, e passò delle annate travagliate. La prima stagione venne bruscamente frenato dall’epatite virale, e dovette saltare praticamente tutte le partite, mentre nella seconda subì un bruttissimo fallo da Goikoetxea nella partita contro l’Athletic Bilbao, che lo costrinse a perdere per sempre il 30% della mobilità alla caviglia. L’anno dopo Diego ebbe modo di rincontrare il calciatore nella finale di Coppa del Re, e a fine partita (persa tra l’altro per 1-0) si scatenò una rissa proprio con il giocatore basco. Emblematiche le sue dichiarazioni rilasciate poco prima di passare al Napoli “Mi stanno uccidendo, ho bisogno di sapere se il Barcellona vuole vendermi. Il calcio in Spagna è durissimo e gli arbitri concedono tutto.”. Nonostante la perdità della mobilità al piede, il Napoli decise di acquistarlo per 13 miliardi di lire il 5 luglio 1984. Il primo impatto con il San Paolo fu incredibile, con più di 80.000 persone ad accoglierlo.

Il bruttissimo fallo di Goikoetxea su Maradona – VIDEO

Con i partenopei Maradona vinse tutto il possibile, conquistando il suo primo scudetto e Coppa Italia nella stagione 1986-87, dopo una lotta testa a testa con la Juventus. La stagione successiva vide El Pibe capocannoniere, ma il Napoli perse 4 delle ultime 5 partite consegnando lo scudetto nelle mani del Milan. Dopo aver sfiorato il triplete con secondo posto in campionato, finale di Coppa Italia e conquista della Coppa UEFA, Maradona e il Napoli vinsero il secondo scudetto nel 1989-90. Nella stagione successiva però l’addio più amaro al calcio italiano; Diego venne trovato positivo alla cocaina il 17 marzo 1991, tornando a giocare solo un anno e mezzo dopo con la maglia del Siviglia. Il Napoli decise così di ritirare la maglia dell’idolo più grande, che ancora oggi resta senza un proprietario. Dopo la parentesi spagnola El Pibe tornò in patria, al Newell’s Old Boys, ma dopo essere stato trovato positivo all’efedrina ai mondiali del 1994, Maradona dovette scontare due anni di squalifica, che decise di passare sulle panchine di Deportivo Mandiyù e Racing Avellaneda. Nel 1995 ottenne il Pallone d’Oro alla carriera, mentre l’anno dopo torno in campo con il Boca Juniors, prima di ritirarsi a 37 anni.

Maradona con la maglia del Napoli.
Maradona con la maglia del Napoli.

Con la maglia della nazionale El Pibe giocò quattro mondiali, vincendo da protagonista quello del 1986 in Messico grazie al Gol del Secolo e alla storica Mano de Dios contro l’Inghilterra. Il 28 ottobre 2008 venne nominato nuovo CT dell’Argentina, in sostituzione del dimissionario Alfio Basile. Come suoi collaboratori vennero nominati Carlos Bilardo, tecnico dell’Albiceleste ai Mondiali 1986, Héctor Enrique, campione del mondo nel 1986, e Alejandro Mancuso. Da allenatore Maradona non riuscì però a conseguire risultati soddisfacenti, perdendo con il peggior scarto della storia della nazionale per 6-1 contro la Bolivia durante le qualificazioni ai mondiali, e uscendo malamente per 4-0 contro la Germania a Sudafrica 2010. Il 22 giugno 2015 Maradona, tramite lo storico telecronista Victor Hugo Morales, ha annunciato la propria candidatura alla presidenza della FIFA al posto di Joseph Blatter.

Maradona in gol con la celebre Mano de Dios.
Maradona in gol con la celebre Mano de Dios.

Un talento come pochi, probabilmente il migliore della storia, sicuramente il più discusso. Il più grande rammarico resterà sempre non averlo potuto vedere al 100% durante la sua carriera, perché come ha dichiarato lui stesso: “Se non mi fossi buttato giù da solo quando giocavo, adesso Pelè non sarebbe stato neanche secondo.”.

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